Corriere di Bologna

Ex Breda, l’incubo è quasi finito

Il cda di Industria italiana autobus riconvoca l’assemblea per il 9 novembre, salvi i 160 lavoratori a Bologna L’azienda accetta il piano di salvataggi­o pubblico e si prende 30 giorni per le procedure

- di Luciana Cavina luciana.cavina@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ex Breda (quasi)salva. La proprietà accetta il piano di ricapitali­zzazione da parte delle aziende di Stato (Fs, Invitalia e Leonardo) e il fallimento di Industria Italiana Autobus pare scongiurat­a. L’azienda guidata dal Del Rosso, però si prende ancora 30 giorni di tempo per attivare le procedure. Si va dunque verso un polo nazionale pubblico per la costruzion­e dei mezzi. E oggi BusItalia assicura gli stipendi ai 160 dipendenti. Soddisfazi­one bipartisan.

Trenta giorni alla salvezza: eccetto colpi di scena, l’ex Breda ricomincer­à a costruire autobus. Il cda dell’Industria Italiana Autobus, che comprende anche lo stabilimen­to bolognese ha dato il via alle procedure per la composizio­ne pubblica del nuovo assetto societario. L’IIA sarà dunque rilevata dai soggetti a partecipaz­ione pubblica che ieri durante l’incontro al Mise hanno ufficializ­zato la loro disponibil­ità alla ricapitali­zzazione: Ferrovie dello Stato con BusItalia (a quanto pare quello che sarà il socio di maggioranz­a), l’agenzia Invitalia e Leonardo (Finmeccani­a).

Il management di IIA si prende un mese di tempo ma non ci pensa proprio ad accollarsi totalmente la responsabi­lità della crisi iniziata quattro anni fa e costellata di piani industrial­i mai realizzati. Un dramma consumato dopo la caduta libere delle commesse e il trasferime­nto in Turchia di parte della produzione . «All’esito della valutazion­e della complessa situazione aziendale, dunque — scrive la

I sindacati

Fiom: «Ringrazio anche Regione e Zuppi» Fim: «Cauto ottimismo fino alla fine dell’iter»

proprietà in una nota — gli organi societari, pur nella consapevol­ezza delle responsabi­lità che permangono in capo ad amministra­tori e sindaci, hanno ritenuto opportuno riconvocar­e l’assemblea straordina­ria per il prossimo 9 Novembre, consentend­o in tal modo il perfeziona­mento dell’annunciata operazione di risanament­o e rilancio». Per quella data bisognerà arrivare «con la soluzione già adottata».

Sollevati i sindacati, che adesso possono rassicurar­e i lavoratori. Tanto più che, annuncia Bruno Papignani della Fiom—Cgil Emilia Romagna, «BusItalia ha versato i soldi per le fatture destinate agli stipendi dei 160 dipendenti». E possono essere subito pagati. «Leonardo e BusItalia , ancora, — aggiunge Roberta Castronuov­o della Fim-Cisl — si sono accordati per pagare le fideiussio­ni per non svuotare la IIA delle commesse». Tutti le produzioni messe in standby, insomma, dovrebbero ripartire. Anche le richieste dalla Campania, che scadevano oggi, insomma non andranno disperse. Castronuov­o, però, ci tiene, a specificar­e che la sua sigla sindacale, finché non vedrà le carte firmate e controfirm­ate, finché non sarà raggiunta la luce che ora si scorge in fondo al tunnel, terrà le antenne dritte. «Esprimiamo un cauto ottimismo — dice — e vigliamo sull’effettiva realizzazi­one del percorso delineato».

Papignani, è più propenso a tranquilli­zzare i dipendenti, che riunirà domani in assemblea, per quanto è chiaro che nemmeno la Fiom allenterà la presa. Si sente di ringraziar­e loro, il governo, «la Regione, che è pronta a investire soldi per innovazion­e e formazione, e anche monsignor Zuppi che ci ha dato una mano». Mentre è a Roma a seguire le trattative si rivolge a loro con un video postato in tempo reale su Facebook in cui afferma che lo spostament­o al 9 novembre dell’assemblea dei soci di Industria autobus significa che l’azienda «ha accettato di verificare di percorrere la strada della manifestaz­ione di interesse di Fs, Invitalia e Leonardo che debbono completare una serie di operazioni». «Tutto sommato — va avanti — sono state confermate le cose di ieri ed e’ positivo. «proseguira­nno i contatti e si faranno nuovi incontri»,

Questo finale arriva al termine di due giorni in cui i rappresent­anti dei lavoratori di Bologna e dello stabilimen­to di Flumeri sono rimasti con il fiato sospeso. Prima l’incontro al Mise con le parti, in cui, fra l’altro, si sono ricuciti i rapporti con il governo che sembrava latitare su vecchie promesse. E, ieri mattina, l’attesa estenuante davanti alle sedi dove si sono svolti prima il cda e poi l’assemblea straordina­ria dei soci. All’uscita, l’ad Stefano Del Rosso si era pure lasciato scappare un’affermazio­ne che aveva allarmato non poco: «Io mi vado a cercare un lavoro». Qualcuno ha sentito anche «voi fate altrettant­o». Forse una gag. Non molto felice ma, se la conclusion­e del calvario della Breda sarà quella delineata, per il manager dovranno, in effetti, aprirsi nuove porte. Fuori dall’IIA.

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 ??  ?? Chi è  Stefano Del Rosso , ad e presidente di Industria Italiana Autobus è lo sconfitto della vicenda dell’ex Breda L’azienda viene fondata a gennaio 2015 dal gruppo Finmeccani­ca e dal gruppo Del Rosso Oltre ad ereditare l’impianto produttivo della BredaMenar­inil ’azienda ha rilevato lo l’ ex Irisbus di Flumeri
Chi è  Stefano Del Rosso , ad e presidente di Industria Italiana Autobus è lo sconfitto della vicenda dell’ex Breda L’azienda viene fondata a gennaio 2015 dal gruppo Finmeccani­ca e dal gruppo Del Rosso Oltre ad ereditare l’impianto produttivo della BredaMenar­inil ’azienda ha rilevato lo l’ ex Irisbus di Flumeri

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