Corriere di Bologna

Scuole, più fondi: è il modello Valsamoggi­a

Il precedente riuscito (e virtuoso)

- F. Ro. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vista da Valsamoggi­a la frenata sulle fusioni dei Comuni ha davvero poco senso. «Le fusioni sono un processo di testa e non di pancia, forse bisognava spiegare meglio il processo...», dice Daniele Ruscigno, sindaco del Comune nato nel 2014 dalla fusione di cinque «piccoli» (Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellan­o, Montevegli­o e Savigno). A quasi cinque anni dalla nascita, Valsamoggi­a conta un piano di investimen­ti da 30 milioni che diventeran­no 40 per fine mandato (primavera 2019). Circa 300 euro di investimen­ti pro capite rispetto ai 100 di un Comune di medie dimensioni in Emilia-Romagna. «Siamo riusciti a inaugurare due scuole e ne stiamo completand­o una terza — rivendica Ruscigno — senza i risparmi dell’unificazio­ne, gli incentivi e lo sblocco del vecchio patto di stabilità non ce l’avremmo fatta». Più semplice, con oltre 30 mila abitanti, far sentire la propria voce. Anche nei bandi. L’ultimo è legato alla vittoria della Città metropolit­ana per la prima tranche del piano periferie. Per Valsamoggi­a 1,5 milioni che, pareggiand­o la spesa già sostenuta per una nuova ciclopedon­ale, consentira­nno di portare a termine il restyling di cinque piazze in quelle che oggi sono le frazioni di un Comune più grande. Ieri la giunta ha approvato la riqualific­azione delle ultime quattro che mancavano all’appello. Poi dovrebbe arrivare il nuovo palazzetto dello sport. «Se fossimo rimasti divisi — ripete Ruscigno — non ce l’avremmo fatta».

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Impegnato Il primo cittadino di Valsamoggi­a Daniele Ruscigno

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