Quei 62.000 «francobolli pazzi» Ugo Mazza condannato a 18 mesi
Regione, l’ex capogruppo di Sel e il peculato: «Non ho mai preso un euro»
Un altro processo del filone spese pazze in Regione arriva a sentenza. Ieri, il gup Grazia Nart ha condannato con il rito abbreviato a un anno e sei mesi per peculato, con pena sospesa, l’ex consigliere regionale Ugo Mazza, capogruppo di Sinistra democratica-Sel nella legislatura 20052010.
Mazza è stato assolto con formula piena per una serie di spese rimborsate al gruppo consiliare ma è rimasto incastrato, in quanto capogruppo, per una cifra di 62mila euro per l’acquisto di francobolli tra il 2009 e il 2010. Una cifra ingente la cui legittimità per il gup non è stata dimostrata. Una spesa per la quale non era stato l’ex consigliere in persona a chiedere il rimborso, ma ne risponde in quanto capogruppo. Le altre spese per le quali aveva chiesto il rimborso personalmente, come consigliere erano già state stralciate in fase di indagine, in quanto Mazza era riuscito a dimostrarne la legittimità. L’accusa era rappresentata dalla pm Morena Plazzi, che insieme alla collega Antonella Scandellari, ha condotto le indagini della Guardia di finanza sulla maxi-inchiesta sui rimborsi dei gruppi consiliari che portò un terremoto politico in Regione. Anche nel gruppo del Pd è stato condannato solo il capogruppo Marco Monari, per ingenti spese in hotel e ristoranti, mentre 12 consiglieri sono stati assolti in primo grado. Nel Pdl ci sono state quattro condanne in abbreviato e 12 rinvii a giudizio.
La giudice Nart ieri ha disposto inoltre il rinvio a giudizio di Alessandra De Matteo, all’epoca impiegata nello staff del gruppo consiliare di Sel. Anche per lei sono state archiviate alcune accuse ma è rimasta quella per l’acquisto dei francobolli. Nei confronti di Mazza, inoltre, è stato disposto il sequestro per equivalente di 62mila euro, ma i legali Alessandro Gamberini e Salvatore Tesoriero annunciano ricorso in appello. «Tutta la mia vita politico-amministrativa è sempre stata finalizzata alla difesa della credibilità delle istituzioni e alla tutela del patrimonio e delle risorse pubbliche — si difende Ugo Mazza —, così come ho fatto in Regione dove nessuna spesa fatta nel corso della mia attività di consigliere viene contestata. É per me motivo di sofferenza, quindi, essere condannato per peculato per cui desidero, come già ho fatto di fronte ai magistrati, ribadire che io non ho mai preso nè usato un euro di danaro pubblico». «La condanna — precisano invece i suoi avvocati — ha ad oggetto esclusivamente una voce di spesa del gruppo consiliare, rispetto alla quale l’accusa ha contestato delle irregolarità di cui Ugo Mazza ha preso conoscenza solo nel corso del procedimento penale. Per quanto noto al capogruppo, gli acquisti di francobolli erano strumentali all’organizzazione, curata dagli apparati amministrativi, delle tante attività di divulgazione e confronto politicoistituzionale promosse dal gruppo sul territorio regionale». La Regione, che è persona offesa, non si è mai costituita parte civile nel processo ma ha assistito all’udienza preliminare tramite il legale Mariano Rossetti.