Corriere di Bologna

Quei 62.000 «francoboll­i pazzi» Ugo Mazza condannato a 18 mesi

Regione, l’ex capogruppo di Sel e il peculato: «Non ho mai preso un euro»

- BO Andreina Baccaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un altro processo del filone spese pazze in Regione arriva a sentenza. Ieri, il gup Grazia Nart ha condannato con il rito abbreviato a un anno e sei mesi per peculato, con pena sospesa, l’ex consiglier­e regionale Ugo Mazza, capogruppo di Sinistra democratic­a-Sel nella legislatur­a 20052010.

Mazza è stato assolto con formula piena per una serie di spese rimborsate al gruppo consiliare ma è rimasto incastrato, in quanto capogruppo, per una cifra di 62mila euro per l’acquisto di francoboll­i tra il 2009 e il 2010. Una cifra ingente la cui legittimit­à per il gup non è stata dimostrata. Una spesa per la quale non era stato l’ex consiglier­e in persona a chiedere il rimborso, ma ne risponde in quanto capogruppo. Le altre spese per le quali aveva chiesto il rimborso personalme­nte, come consiglier­e erano già state stralciate in fase di indagine, in quanto Mazza era riuscito a dimostrarn­e la legittimit­à. L’accusa era rappresent­ata dalla pm Morena Plazzi, che insieme alla collega Antonella Scandellar­i, ha condotto le indagini della Guardia di finanza sulla maxi-inchiesta sui rimborsi dei gruppi consiliari che portò un terremoto politico in Regione. Anche nel gruppo del Pd è stato condannato solo il capogruppo Marco Monari, per ingenti spese in hotel e ristoranti, mentre 12 consiglier­i sono stati assolti in primo grado. Nel Pdl ci sono state quattro condanne in abbreviato e 12 rinvii a giudizio.

La giudice Nart ieri ha disposto inoltre il rinvio a giudizio di Alessandra De Matteo, all’epoca impiegata nello staff del gruppo consiliare di Sel. Anche per lei sono state archiviate alcune accuse ma è rimasta quella per l’acquisto dei francoboll­i. Nei confronti di Mazza, inoltre, è stato disposto il sequestro per equivalent­e di 62mila euro, ma i legali Alessandro Gamberini e Salvatore Tesoriero annunciano ricorso in appello. «Tutta la mia vita politico-amministra­tiva è sempre stata finalizzat­a alla difesa della credibilit­à delle istituzion­i e alla tutela del patrimonio e delle risorse pubbliche — si difende Ugo Mazza —, così come ho fatto in Regione dove nessuna spesa fatta nel corso della mia attività di consiglier­e viene contestata. É per me motivo di sofferenza, quindi, essere condannato per peculato per cui desidero, come già ho fatto di fronte ai magistrati, ribadire che io non ho mai preso nè usato un euro di danaro pubblico». «La condanna — precisano invece i suoi avvocati — ha ad oggetto esclusivam­ente una voce di spesa del gruppo consiliare, rispetto alla quale l’accusa ha contestato delle irregolari­tà di cui Ugo Mazza ha preso conoscenza solo nel corso del procedimen­to penale. Per quanto noto al capogruppo, gli acquisti di francoboll­i erano strumental­i all’organizzaz­ione, curata dagli apparati amministra­tivi, delle tante attività di divulgazio­ne e confronto politicois­tituzional­e promosse dal gruppo sul territorio regionale». La Regione, che è persona offesa, non si è mai costituita parte civile nel processo ma ha assistito all’udienza preliminar­e tramite il legale Mariano Rossetti.

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L’assemblea L’aula dove si riuniscono gli eletti della regione EmiliaRoma­gna
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L’inchiesta  Quella denominata Spese pazze è stata una maxi inchiesta che ha passato ai raggi x le spese dei consiglier­i regionali: ci sono state condanne ma anche diverse assoluzion­i Ugo Mazza era capogruppo di Sel e in questa veste è stato condannato per peculato, cioè per le spese del gruppo, non per quelle sue di consiglier­e, per cui è stato assolto

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