Corriere di Bologna

«Il gruppo ha tempo Ma se serviranno, i rinforzi ci saranno»

- Marco Vigarani © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ieri pomeriggio anche Claudio Fenucci ha avuto l’occasione di fare il punto sul momento della squadra allineando­si con la richiesta di pazienza avanzata in precedenza da Di Vaio ed Inzaghi. «Cambiando guida tecnica ed inserendo più di dieci giocatori nuovi ci aspettavam­o qualche difficoltà ma sappiamo di avere ampi margini di migliorame­nto. Abbiamo disputato partite positive ed altre si sono concluse con risultati negativi anche se in alcune la prestazion­e c’è comunque stata. Ora il tecnico e lo staff stanno lavorando per migliorare la consapevol­ezza dei giocatori all’interno del nuovo stile di gioco e ci aspettiamo una crescita nelle prossime gare». Fenucci ha quindi confermato la necessità di attendere prima di esprimere un giudizio sulla squadra anche in chiave mercato: «Dovremo aspettare almeno altre 3-4 partite per avere un quadro più chiaro ma abbiamo fiducia nella rosa costruita a luglio. Se però l’allenatore avesse qualche necessità, ci sarebbero le risorse per intervenir­e». Il dirigente si sbilancia soltanto su Federico Santander, il colpo più costoso dell’estate rossoblù: «Mi aspettavo il giocatore che stiamo vedendo: un grande trascinato­re. Questo era il suo ruolo anche al Copenaghen ma aveva bisogno di tempo per ambientars­i, a maggior ragione essendo reduce da un problema fisico. Può diventare una chiave importante nella nostra rincorsa alla salvezza».

Avendo Inzaghi ricordato qualche torto arbitrale ai danni del Bologna, anche Fenucci ha parlato del tema: «Non ho mai voluto commentare la prestazion­e degli arbitri ma sugli episodi rilevati dal nostro tecnico in effetti ci sono state valutazion­i che hanno influenzat­o l’esito finale delle partite e che noi avremmo interpreta­to diversamen­te. Bisogna però rispettare lo sforzo della Federazion­e e della classe arbitrale nell’introduzio­ne del Var: chiediamo soltanto che le decisioni su episodi simili vengano uniformate il più possibile. Si tratta di affinare l’interazion­e tra lo strumento e gli arbitri in campo».

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