I PORTICI CORRIDOI UMANITARI
Si apre oggi pomeriggio alla Fiera la tappa bolognese della costruzione dei «Ponti di Pace», trentaduesimo tratto del percorso europeo dello spirito di Assisi inaugurato nel 1986 da Giovanni Paolo II, e proseguito dalla Comunità di Sant’Egidio.
Per tre giorni centinaia di oratori, in rappresentanza di diverse religioni, culture e istituzioni politiche, dialogheranno e pregheranno in tutta la città insieme con il pubblico, per l’edificazione di un mondo senza muri e di una città (di tutte le città) come regno della convivenza. Come ha detto l’arcivescovo Zuppi presentando giorni fa l’evento: Bologna ha nei suoi cromosomi l’accoglienza, l’incontro, la libertà e il rispetto dell’altro, perciò essa è ben contenta di accogliere questo pellegrinaggio. E il riferimento alla «città di Dio» di Agostino, l’originaria città pellegrina e perciò in perpetua tensione, si è subito precisato, per l’occasione, in una suggestiva immagine, quella della trasformazione appunto in pacifici ponti dei nostri portici. Nessuna magia e nessun incantesimo, che comunque non sarebbero implausibili perché oggi i programmi elettronici fondati sulla logica della sostituibilità generale svolgono, riguardo alla vita urbana, proprio il compito magico per eccellenza, quello di manipolare simboli in maniera da trasformare la struttura del reale.