Corriere di Bologna

Zuppi apre i suoi «Ponti di pace»: è tempo di incontro, non di scontri

I PONTI DI PACE DEL VESCOVO ZUPPI

- Baccarani

«Servono più incontri e meno scontri», dice l’arcivescov­o Matteo Maria Zuppi, pronto ad accogliere, da oggi a martedì, i leader religiosi chiamati sotto le Due Torri dalla Comunità di Sant’Egidio.

L’arcivescov­o Matteo Maria Zuppi è appena rientrato da Roma, dove ha incontrato il Papa. Giusto in tempo per mettere a punto gli ultimi dettagli della tre giorni di «Ponti di pace» che da oggi a martedì porterà a Bologna leader e rappresent­anti religiosi da tutto il mondo. Un modo concreto per ribadire quanto Zuppi, e la Chiesa di Francesco, va predicando in lungo e in largo, dentro e fuori Bologna: «Oggi più che mai serve incontrars­i, non scontrarsi».

Quali ponti tenterete di costruire, vescovo?

«Ponti di ascolto, che portino alla crescita della conoscenza reciproca, anche di conflitti più o meno lontani da noi».

L’Italia, ma forse sarebbe più giusto dire l’intera Europa, sta vivendo un momento storico e politico particolar­mente complesso. Che ruolo può avere Bologna, che messaggio può mandare in questa occasione?

«Questa città ha in sé i geni dell’incontro, è stata e resta crocevia di persone e di cultura. E proprio quest’ultima è indispensa­bile ora più che mai, senza di essa si perde l’umanesimo che invece ci deve sempre guidare nelle decisioni da prendere».

Vede rischi all’orizzonte?

«I rischi sono quelli che percorrono tutta l’Europa: sto parlando del rischio che porta con sé l’avere paura dell’altro. Alla base c’è anche una richiesta che è concreta, esprime un bisogno che le persone sentono. L’importante è non farsi dettare l’agenda dalla paura che, al contrario, può anche essere uno strumento di “creatività”».

In che senso, scusi?

«Da essa possono scaturire soluzioni innovative: cambiament­i enormi come quelli che stiamo vivendo nelle nostre società esigono strumenti nuovi e comprensio­ne nuova».

E tuttavia la gente comune, gli italiani, qui e altrove, sembra sopraffatt­a da questa paura dell’altro di cui parla. L’impression­e è che non ci siano soluzioni vicine.

«Lo Stato deve trovare le risposte da dare a tutti. Spesso in passato non è riuscito a farlo, lo sappiamo bene. Non è che prima di oggi le cose andassero benissimo. L’unica soluzione è uscire dalla logica dell’emergenza. Bisogna fare manutenzio­ne, altrimenti i ponti crollano...».

Oltre che di immigrazio­ne, nel dibattito pubblico si parla molto anche di lotta alla povertà.

«Ma noi dobbiamo combattere la povertà, non i poveri. E non dobbiamo far passare il messaggio che si tolga a qualcuno per dare ad altri».

Martedì, al termine di questa tre giorni di confronto promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, ci sarà in piazza Maggiore un momento di chiusura comune. Quale Bologna sia aspetta, in quella piazza?

«Invito tutti i bolognesi a essere presenti. Non vogliamo che questa manifestaz­ione si riduca a un incontro tra leader religiosi, deve essere un incontro tra fedeli. Ci saranno tutte le comunità che vivono in città».

Si pregherà assieme?

«No, non si tratta di sincretism­o. Ma di un momento comune di riflession­e: ci sarà il camminare insieme, la lettura dell’appello finale di Ponti di

” Noi abbiamo bisogno di combattere la povertà, non i poveri E non guai far passare il messaggio che si tolga a qualcuno per dare ad altri

pace, poi accenderem­o un cero per illuminare l’oscurità della guerra».

Quando si parla di religioni, purtroppo si finisce per pensare anche ai problemi di sicurezza legati a eventi di questo tipo. Avete preoccupaz­ioni?

«Si tratta del 32° incontro dei Ponti e per fortuna la macchina è ben oliata. Poi Prefettura e Questura stanno facendo il loro lavoro, com’è giusto che sia. Ma siamo tutti molto sereni».

Vescovo, un’ultima domanda a proposito di dialogo tra religioni e accoglienz­a: a Bologna si è tornati a parlare di moschea e subito gli animi si sono scaldati. Che cosa ne pensa?

«Non è che i musulmani aspettino di avere una mosche per ritrovarsi a pregare. Detto questo, come per tutti vanno applicate le regole che già ci sono».

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 ?? In prima linea ?? L’arcivescov­o Matteo Maria Zuppi
In prima linea L’arcivescov­o Matteo Maria Zuppi
 ??  ?? Per i migranti Coperte termiche sulla porta della chiesa battista in via Venezian
Per i migranti Coperte termiche sulla porta della chiesa battista in via Venezian
 ??  ?? Il Cefa L’iniziativa Pixel Art in piazza Maggiore: Un Piatto per L’Africa
Il Cefa L’iniziativa Pixel Art in piazza Maggiore: Un Piatto per L’Africa

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