Corriere di Bologna

Conte e l’autonomia «È nel contratto» Ma sulle infrastrut­ture: prima la manutenzio­ne

Bonaccini: «Noi pronti all’intesa». Periferie, presto un vertice

- Francesco Rosano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Avanti senza contraccol­pi politici con l’autonomia dell’Emilia-Romagna, seppur con tempi più lunghi di altre Regioni. E massimo impegno sulle infrastrut­ture: quelle esistenti, però. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a Bologna per la campagna «Io non rischio» della Protezione civile, fa il punto sulle questioni che restano aperte tra la via Emilia e la Capitale. Tra selfie con volontari e cittadini a spasso per i T days, qualche applauso e poche timide contestazi­oni, rimaste però isolate. In mattinata era stato il presidente della Regione Stefano Bonaccini, impegnato in un complicato confronto con Roma per l’autonomia su 15 competenze, ad affrontare il tema. «L’intesa comune (Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, ndr) è impossibil­e», è stato il messaggio arrivato dal ministro Erika Stefani con un’intervista del Corriere del Veneto. Bonaccini, però, resta ottimista. «Abbiamo trasmesso tutto quello che ci è stato chiesto: siamo pronti per l’intesa», assicura il governator­e. «Non voglio alimentare polemiche. Al governo ho chiesto di valutare l’opportunit­à di tenere insieme le tre regioni — sottolinea — perché il percorso che è iniziato così. Stiamo scrivendo una nuova pagina del regionalis­mo italiano: farlo insieme, senza etichette, sarebbe un bel risultato per tutti». Di certo l’Emilia-Romagna chiederà una cosa: risorse. «Adeguate e certe, per un periodo medio-lungo. Abbiamo l’ambizione di saper spendere bene, meglio di quanto spesso non faccia lo Stato e avere così economie e risparmi da reinvestir­e sul territorio. Chiediamo però anche certezza nel tempo — ha concluso il governator­e — perché fino a oggi, ogni anno, tocca fare un negoziato Stato-Regioni per sapere cosa potrai fare l’anno dopo. Autonomia è uscire dalla logica del giorno per giorno». Qualche ora più tardi, durante la sua visita in città, è il premier Conte ad affrontare il nodo delle autonomie regionali. Un nodo che potrebbe anche aggrovigli­arsi politicame­nte, consideran­do che Lega e M5S sul tema hanno sensibilit­à decisament­e diverse. Il presidente del Consiglio scommette però che non ci saranno contraccol­pi. «Il discorso sulle autonomie va affrontato globalment­e. Ci sono delle Regioni che hanno avviato da tempo delle richieste, ovviamente nel rispetto dei principi costituzio­nali», sottolinea Conte, che ci tiene però a ricordare un fatto: «Anche nel nostro contratto di governo c’è attenzione per la prospettiv­a di maggiore e concordata autonomia». Come dire: non ci saranno sorprese nella maggioranz­a legastella­ta. E la corsia preferenzi­ale per il Veneto leghista, che dovrebbe arrivare prima all’autonomia? «Non è quella la questione, bisogna considerar­e chi ha avviato prima un percorso e quali processi sono in fase più avanzata...». Sulle infrastrut­ture, invece, il messaggio del premier rischia di deludere il mondo economico regionale, per non parlare di quello politico. Le infrastrut­ture non sono un capitolo chiuso, concede Conte, ma la priorità non è costruirne di nuove. Casomai, come ribadito più volte dal ministero di Toninelli, preoccupar­si dell’esistente. Chiusi i capitoli decreto fiscale e disegno di legge sul bilancio, spiega infatti Conte, «mi dedicherò a incontrare i concession­ari perché siano varati piani adeguati di manutenzio­ne straordina­ria e ordinaria delle infrastrut­ture». Chi si aspettava contestazi­oni si è dovuto accontenta­re di uno striscione pro migranti, «No al Cpr», srotolato dai collettivi sotto le Due Torri qualche ora prima che arrivasse il premier. Al suo approdo in auto fino ai T Days, ieri blindati più del solito, il premier accompagna­to dal figlio tra gli stand della Protezione civile ha incassato più che altro selfie (anche con i goliardi), strette di mano, qualche applauso e sparute contestazi­oni. Qualche «buu» e la richiesta di «parlare del signoraggi­o bancario» da parte di un ragazzo sono stati gli unici momenti di critica da una piazza di solito molto poco tenera con chi governa. «Ma dove sono gli universita­ri?», ha chiesto Conte con un pizzico di malizia, incassando al momento del selfie con un ventenne: «Sono io, presidente». L’assessore Alberto Aitini ha provato a riportare l’attenzione sul destino dei fondi per la periferia bolognese (18 milioni) e avrebbe incassato un impegno di Conte per Bologna. Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che la settimana prossima ci sarà un nuovo incontro tra governo e Anci, perché resta l’obiettivo di trovare una soluzione subito per non interrompe­re la realizzazi­one dei progetti in corso di esecuzione.

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