La writer denunciata disegna i volti femminili delle opere
«L’opera è donna» e per celebrarla il Teatro comunale ha deciso di affidare il compito di realizzare i manifesti che sponsorizzano gli spettacoli in programma nella prossima stagione ad Alice Pasquini, in arte AliCè, street artist romana famosa a livello mondiale. Non sembrerebbe esserci nulla di strano, ma la writer è nota in città soprattutto per una vicenda che l’ha vista protagonista tra il 2013 e il 2016: intervistata dal Corriere di Bologna in merito a dei suoi disegni apparsi sui muri di alcune vie bolognesi, Alicè venne individuata e multata dalla Polizia municipale, fino a una condanna per imbrattamento e al pagamento di una multa da 800 euro. La notizia fece il giro del mondo, soprattutto di quello legato alla street art, perché l’artista già all’epoca aveva collaborato come scenografa per spot di multinazionali e marchi importanti: Nike, Toyota e Microsoft tra tutti. A distanza di qualche anno quindi Alicé si «riprende» quei muri che le erano costati un bel po’ di guai, ma questa volta non rischia nulla. Anzi, la sua performance viene pubblicizzata dai canali del teatro e sottolineata da Cheap, il festival urbano che tra le altre cose contribuisce a riqualificare le bacheche sparse sotto le Due Torri: più recentemente attivo in una campagna artistica anti Salvini. Alicè ha realizzato in tutto dieci volti, riprendendo le caratteristiche principali delle eroine operistiche e attualizzandole con lo stile e i colori che rendono inconfondibile la sua arte: dalla Turandot alla Traviata, fino a Salomè e il Barbiere di Siviglia.