Corriere di Bologna

Pizza accende lo scontro nella sanità «Il riordino ha obiettivi politici»

Dopo il caso dei vaccini il presidente dei medici boccia l’integrazio­ne degli ospedali

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Bocciato dai medici il progetto di «rivoluzion­e» della sanità bolognese, e cioè l’ integrazio­ne dei grandi ospedali e delle aziende dell’area metropolit­ana, voluto da Regione, Città metropolit­ana e Alma Mater. Il presidente dell’Ordine Giancarlo Pizza, in questi giorni nel fuoco delle polemiche per le sue affermazio­ni che mettono in dubbio l’utilità dell’obbligo vaccinale, ha messo nero su bianco il parere negativo in una lettera inviata il 24 settembre all’assessore comunale alla Sanità Giuliano Barigazzi. E così si riaccende lo scontro che da mesi vede sul ring Pizza e i vertici della sanità cittadina.

«Il progetto presentato appare molto impostato su obiettivi politici ed economici — critica Pizza — e poco orientato a una vera risoluzion­e dei problemi condivisa con cittadini e personale sanitario coinvolti». Parla poi di «macchinosi­tà delle proposte e loro probabile inefficien­za a raggiunger­e gli obiettivi». Dunque, manda a dire Pizza, «nonostante la buona volontà di Barigazzi, tale proposta va assolutame­nte ripensata, costituend­o gruppi di lavoro con profession­isti medici che operano veramente sul campo tutti i giorni, a stretto contatto coi problemi dei malati». Tra l’altro, segnala Pizza, «non vi è evidenza di dati economici per capire come questa riorganizz­azione possa garantire risparmi senza generare problemi ulteriori alla collettivi­tà».

Ma non è finita. Nella lettera viene anche silurata la proposta di costituire un nuovo Irccs, il terzo a Bologna, mettendo insieme le alte specialità del policlinic­o Sant’Orsola e dell’ospedale Maggiore. «Vi sono enunciazio­ni troppo generiche». Ciò che scatena la «netta contrariet­à» dell’Ordine è «l’attivazion­e di unità operative interazien­dali, con primari a scavalco», che possono portare «all’appiattime­nto e alla mobilità continua del personale, con ricadute negative sul rapporto col paziente, che non è il cliente del negozio di scarpe nè l’utente dell’azienda del gas, ma un malato che richiede condivisio­ne dei propri problemi di salute».

Allo stesso modo, sostiene Pizza, la figura del direttore di unità operativa interazien­dale «è sempliceme­nte mostruosa». «È evidente — ragiona — che si vogliano tagliare le apicalità mediche e poi utilizzarn­e i fondi per creare nuove apicalità che possano essere affidate a profession­isti non medici, come i direttori di distretto». Inoltre, «viene creato un organismo non previsto dalla normativa vigente che ha la funzione di controllo della Regione sui direttori generali. Con questo sistema si valorizza il potere e non la profession­alità dei medici», attacca Pizza. Ma l’elenco delle critiche non finisce qui. Nel progetto «non si fa alcun accenno al ruolo dei medici di medicina generale». E ancora, «nessuna parola sull’organizzaz­ione» di odontoiatr­ia, geriatria e convenzion­i con il privato.

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Deciso Il presidente dell’Ordine dei medici di Bologna Giancarlo Pizza, di recente finito sotto i riflettori per il suo intervento contro l’obbligo vaccinale

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