Il ritorno in città della Festa della Storia
Culture, incontri, patrimoni, premi Da sabato la Festa Internazionale dalle aule ai musei, chiese e piazze E i numeri sono già da record
Una barriera per fermare la deriva della storia. Intesa come scivolamento di una disciplina sempre meno appetita dagli studenti, come sta lì a confermare l’abbandono dal prossimo anno della traccia storica dai temi proposti alla maturità.
La quindicesima «Festa internazionale della Storia» di Bologna però non demorde, sottolinea combattivo lo storico dell’Alma Mater Rolando Dondarini, deus ex machina di un’iniziativa che nelle edizioni precedenti ha toccato 600mila presenze complessive con più di 20mila soggetti attivi impegnati e, soprattutto, con 1.350 classi coinvolte. «È vero che pochi studenti ormai sceglievano il tema storico – osserva Dondarini – ma è il risultato di un accantonamento progressivo, che ha avuto un momento centrale nel 2004 quando sono stati tolti dai programmi argomenti importanti di storia medievale e moderna. Tanto che oggi uno studente incontra un tema come l’Islam solo quando ha già undici o dodici anni». A cascata, in questi ultimi anni, lamenta lo storico, si è registrata un’impennata di nozionismo, «ma noi continuiamo con le nostre proposte ad avere risultati incoraggianti».
Basterebbe citare la partecipazione alla rievocazione storica del «Passamano per San Luca», che anche quest’anno terrà a battesimo la festa nella mattinata di sabato dalle 9,30 alle 13. Una lunga catena umana dal Meloncello alla basilica, a cui parteciperanno anche l’Arcivescovo Zuppi, il Sindaco Merola e una delegazione che arriverà appositamente da Civitavecchia, incuriosita dall’iniziativa. Tutti insieme per replicare quanto accadde il 17 ottobre del 1677, quando i bolognesi formarono una lunga catena umana per passarsi più facilmente i materiali destinati alla costruzione del portico di San Luca.
Una festa diffusa nel tempo e negli spazi, ben oltre i paletti del periodo di svolgimento, dal 20 al 28 ottobre prossimi. Un modello, ribadisce orgoglioso Dondarini ringraziando le tante realtà coinvolte, che in Europa è stato ripreso da altre manifestazioni simili, da Siviglia a Barcellona.
I riconoscimenti arrivati
dal Mibact e dal Comune di Bologna nelle forme della convenzione danno ancor più forza propulsiva a incontri che lambiranno lo sport, la musica, il cibo, il cinema e la fotografia sul filo del tema scelto quest’anno, «I volti della storia. Culture, incontri, patrimoni».
Con ospiti ricorrenti, come Francesco Guccini e gli storici Franco Cardini e Alessandro Barbero, o nuovi, come il giornalista Giovanni Minoli, che per una volta sarà sottoposto lui a uno dei suoi tradizionali «Faccia a faccia».
Quest’anno la festa, oltre a premiare con il «Novi cives: costruttori di cittadinanza» il presidente della Croce Rossa Francesco Rocca, ricorderà Angela Donati, professoressa emerita di Storia Romana dell’Alma Mater scomparsa sabato scorso, che spesso era stata protagonista di varie conferenze negli anni passati.
Il programma - che si trova nel dettaglio sul sito www.festadellastoria.unibo.it - , toccherà anche Comuni attorno a Bologna, proponendo persino una caccia al tesoro sulle tracce dell’acqua al Museo del Patrimonio industriale e un itinerario naturalistico legato agli alberi.
A riprova, aggiunge Roberta Caldin, direttrice del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, che «i volti della storia di cui si parlerà sono molteplici, dal Museo dell’emigrante di Monghidoro al paese sulla Porrettana spopolatosi perché gli abitanti non riuscivano più a vedere il cielo. Nella storia bisogna esserci dentro, per pensare di costruire qualcosa».
Rolando Dondarini La festa è un modello; negli ultimi anni c’è stata un’impennata di nozionismo, ma con le nostre proposte abbiamo risultati incoraggianti