Fondi periferie, ricorso alla Consulta
Il governatore: «Ci hanno scippato 120 milioni di euro in una notte, non lascio soli i Comuni» Bonaccini si muove dopo i tagli del governo. Ma intanto parte il percorso verso l’autonomia
Finisce sul tavolo della Corte Costituzionale il braccio di ferro tra i sindaci dell’Emilia-Romagna e il governo per il congelamento dei fondi della seconda tranche del bando periferie. A prendere l’iniziativa, il presidente della Regione Stefano Bonaccini che al premier Conte dice: «Se tornate sui vostri passi, lo faremo anche noi». A Roma, intanto, aperto il tavolo sull’autonomia.
Finisce sul tavolo della Corte Costituzionale il braccio di ferro tra i sindaci dell’EmiliaRomagna e il governo per il congelamento dei fondi della seconda tranche del bando periferie: 120 milioni di euro che dovrebbero cambiare il volto di zone dimenticate o degradate in nove città della regione. «Come richiesto dai sindaci, impugneremo davanti alla Corte Costituzionale la norma del decreto Milleproroghe che ha cancellato le risorse destinate al recupero delle periferie», annuncia il governatore Stefano Bonaccini che ha deciso di portare avanti la battaglia degli amministratori emiliani. Incassando il plauso di questi ultimi e dei vertici del Pd. Mentre da Roma il M5S va al contrattacco: «Solo una battaglia per fini politici. Conte si è impegnato — dice il deputato reggiano Davide Zanichelli — i progetti già esecutivi verranno finanziati con la legge di bilancio».
Gli uffici della Regione sono al lavoro per preparare il ricorso, ma la guerra legale è stata annunciata ieri dal governatore. Proprio nel giorno in cui, da Roma, il ministro Erika Stefani ha annunciato l’avvio della fase istruttoria per l’autonomia dell’EmiliaRomagna. «Abbiamo atteso che si arrivasse a un’intesa, come più volte promesso dal governo, ma a oggi tutti gli impegni sono stati disattesi», spiega Bonaccini, secondo cui quei 120 milioni di investimenti «sono stati scippati in una notte al territorio regionale e sono un oggettivo danno all’Emilia-Romagna». Ma il ricorso, dice il governatore, potrebbe anche fermarsi a metà strada tra la via Emilia e Roma. «Io auspico che questa iniziativa induca il governo a una correzione, a rispettare gli impegni presi. Se ci sarà, saremo i primi a prenderne atto e a ritirare il ricorso. Ma fino a quel momento andremo avanti e non lasceremo soli i sindaci e i Comuni». I sindaci della regione festeggiano l’offensiva: «Una scelta importante che va incontro alle richieste dell’Anci e nostre, tese a contrastare un atto unilaterale del governo dannoso per i cittadini», dice Virginio Merola.
” Zanichelli (M5S) È solo una battaglia per fini politici Conte si è impegnato e i progetti già esecutivi verranno finanziati con la legge di bilancio I Comuni non devono preoccuparsi
Sulla stessa linea i commenti che arrivano da Paolo Lucchi (Cesena) e Michele De Pascale (Ravenna). «Stiamo difendendo gli interessi dei cittadini e lo facciamo come sindaci appartenenti a tutti gli schieramenti politici», rivendica De Pascale, che è anche presidente dell’Anci regionale. Mentre il segretario del Pd emiliano-romagnolo Paolo Calvano suona la carica: «Dobbiamo andare a riprenderci il maltolto».
Lo spazio per una ricomposizione potrebbe esserci. In settimana il governo incontrerà l’Anci proprio per parlare delle periferie. Di certo il M5S non l’ha presa bene. Davide Zanichelli, deputato reggiano che siede in commissione Finanze, parla di «battaglia strumentale». Chi ha presentato già i progetti esecutivi, come Bologna, «può stare tranquillo e riceverà i finanziamenti. La norma verrà inserita nella legge di bilancio». Casomai, contrattacca Zanichelli, «Bonaccini si preoccupi di tagliare i vitalizi degli ex consiglieri passando al sistema contributivo, perché nella manovra toglieremo i trasferimenti alle Regioni che non si adeguano».