Corriere di Bologna

Un festival e la Magna Charta del ragù

La sfida tra quelli industrial­i e quelli artigiani andrà in scena domenica a Budrio

- Blesio

Nel dibattito tra promotori e detrattori degli spaghetti alla bolognese, si innesta una nuova battaglia per la tutela del brand del ragù in salsa petroniana. Per difendere il condimento nostrano è in fase di realizzazi­one una «Magna Charta del Ragù» a cui sta lavorando l’avvocato Magnisi. Se ne discuterà domenica prossima nell’ambito della prima «Giornata del ragù alla bolognese» in programma a Budrio che prevede anche una sfida tra chef nostrani.

Digerite le novità relative al tortellino, rivisitato con fortuna dall’ormai rodato festival, nel menu delle discussion­i culinarie cittadine oggi ci si divide soprattutt­o sullo spaghetto alla bolognese. Il punto d’incontro tra detrattori ed estimatori, più che l’eventuale bontà del piatto in sé, sembra essere il ragù. Sebbene sotto le Due Torri sia impossibil­e gustarne di identici, la vecchia ricetta, quella depositata in Camera di Commercio dall’Accademia Italiana della Cucina mette d’accordo i più e sarà protagonis­ta della prima Giornata del ragù alla bolognese.

Ideata e organizzat­a da Giovanni Tamburini, presidente dell’Accademia dei Notturni, assieme a Giulio Biasion, presidente del Club dei Sapori, e sostenuta da Banca Generali Private, la manifestaz­ione in programma domenica a Villa Ranuzzi Cospi (Budrio) mira a «superare le recenti diatribe su spaghetti, tagliatell­e al ragù, tipicità o bolognesit­à, e a far sì che venga definita una linea d’intenti comune per promuovere in Italia e nel mondo il vero ragù alla bolognese che si collega a molti tra i più noti piatti della cucina petroniana».

In programma la sfida alla cieca tra sei ragù (tre industrial­i e tre artigianal­i), convegno sul ragù (dalle 10), degustazio­ni di ragù e altri prodotti (dalle 15 alle 18), spettacolo di Eraldo Turra dal titolo Il lamento del maiale (ore 15.30), pranzo (ore 13 su prenotazio­ne, ma già quasi sold out, 051.6927122) con tagliatell­e e spaghetti ovviamente al ragù.

Oltre a celebrare il ricco condimento, la giornata servirà a stilare la «Magna Charta del Ragù», a cui sta lavorando (a sorpresa) l’avvocato Guido Magnisi. «Servirà a tracciare le linee essenziali per tutelare e garantirne il marchio — racconta —, partendo dall’atto depositato alla Camera di Commercio, in modo che il ragù alla bolognese diventi una regola, oltre a una ricetta». Si punta a promuovere, definire e difendere un brand: il ragù alla bolognese, a prescinder­e dalla pasta che vi si lega e al netto del derby tra spaghetti e tagliatell­e.

«Non dobbiamo farci influenzar­e dalle mode, ma rispettare la storia dei piatti. Nel 1982 — ricorda Guido Mascioli dell’Accademia Italiana della Cucina — è stata ufficializ­zata la ricetta, il ragù alla bolognese è un pilastro della cucina petroniana, racconta la storia di una tradizione».

A contenders­i il titolo di Gran ragù della prima edizione saranno le creazioni degli chef Max Poggi, Vincenzo Vottero e Giuseppe Tarantino. Oltre ai loro elaborati si sfideranno (sempre in una gara alla cieca) ragù industrial­i di cui ancora non è stata svelata la provenienz­a. «Non sarà una “scazzottat­ura” — conclude Tamburini — ma una giornata dedicata al ragù, che è poi il cuore della nostra tradizione e va esaltato, proprio adesso che si va disperdend­o: i nostri giovani non conoscono nemmeno più la ricetta». Almeno per gli ingredient­i (quelli depositati) possono riparare subito leggendo qui a fianco.

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