Partitelle proibite a ricreazione? Alle Longhena «palloni in libertà»
La preside della scuola sui colli: noi abbiamo lo spazio giusto
«Lasciare i bambini senza palla sarebbe un delitto. L’importante è fare sempre tutto con buonsenso, vigilando sulla loro integrità e organizzando attività che ne rispettino i bisogni educativi». Giovanna Facilla, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo 19 di Bologna, non ha dubbi: durante l’intervallo a scuola i bambini devono poter giocare tranquillamente, anche con un pallone. Che poi si decida di organizzare una partita di calcetto, di basket o di palla avvelenata, poco importa. Se ci sono gli spazi adatti e se si sta bene attenti a evitare tackle da cartellino rosso, anche la cara vecchia partitella durante la ricreazione è più che consentita. E dalle sue parti, a ricordarlo, c’è persino un cartello realizzato durante un corso di educazione stradale e ancora ben in vista nel giardino della scuola. Cosa c’è scritto? «Palloni in libertà».
«No, da noi non c’è nessun divieto. Anche perché per fortuna abbiamo uno spazio all’aperto molto grande che ci consente ogni genere di attività», ribadisce la professoressa Facilla e il riferimento è soprattutto a una delle tre scuole del comprensivo che dirige: la primaria Mario Longhena di via Casaglia (poi ci sono la media Lavinia Fontana e le Cremonini, un’altra primaria). Ambitissima da numerosi genitori, alle Longhena, un istituto con circa 380 alunni e 15 classi immerse nel parco del Pellegrino, sui colli bolognesi, «la ricreazione si fa all’aperto e in una determinata fascia oraria, dalle 10.30 alle 11.30. In questo modo — continua la preside — le maestre possono decidere quando fare l’intervallo, evitando che ci siano contemporaneamente in giardino tutte le classi».
E lo stesso vale per la pausa dopo pranzo, la cui fascia oraria va dalle 12.30 alle 14. Proprio per aver imposto tali indicazioni sull’intervallo, qualche anno fa la dirigente scolastica è stata al centro di alcune polemiche con docenti e genitori, «ma ormai è tutto risolto», assicura. «Quando ci sono dei divieti a scuola credo si debba prima di tutto guardare qual è il contesto e quali spazi e attrezzature ci sono a disposizione», spiega ancora Facilla, riferendosi, in questo caso, alla recente vicenda della scuola di San Lazzaro che ha deciso di vietare le partite a calcio durante la ricreazione. «Non conosco nello specifico l’istituto in questione, ma se non c’è un campo adatto capisco la difficoltà a consentire che si giochi a calcio. Neanche noi ne abbiamo uno, però lo spazio oggettivamente non ci manca: direi che il contesto è ben diverso».
L’approccio, invece, è simile a quello di tante altre scuole: piena libertà di movimento ai bambini durante l’intervallo, tante attività fisiche organizzate dai docenti, chiamati alla massima attenzione per evitare infortuni, e palla di spugna per tutti. Già, anche alla «Longhena» è l’unico pallone che si può utilizzare è proprio quello di spugna. Ma, almeno su questo, tutti d’accordo.