Le forze selvagge di Calenda «Governare bene non basta»
«Questo esecutivo non lo fa, ma il Pd è fermo»
Carlo Calenda è pessimista sul futuro dell’Italia, in compenso pensa che questo governo non durerà a lungo. Domani l’ex ministro allo Sviluppo economico spiegherà ai bolognesi perché l’asse gialloverde, seppure oggi voli nei sondaggi, sia destinato da qui a un anno a una fase di declino. Lo farà alla Feltrinelli di piazza Ravegnana, alle 18, dove presenterà il suo libro Orizzonti selvaggi, e la sua sarà una riflessione che in qualche modo riguarda anche l’Emilia, dove tra un anno si vota per la Regione.
«Figuriamoci se durano un anno. Non stanno governando e faranno disastri. Ma questo non vuole dire che un Pd fermo possa prendere quei voti. Serve un soggetto che sappia intercettare una rappresentanza e ribaltare molti degli schemi che i progressisti hanno usato negli ultimi 30 anni. Il mio libro serve anche a questo».
Quali sono questi «Orizzonti selvaggi» che danno il titolo al suo libro?
«Quelli determinati dall’innovazione tecnologica che va a un ritmo che la società non riesce a seguire, quelli determinati dalla globalizzazione e dalla crisi della democrazia liberale. Sono selvaggi nel senso che non sono per definizione negativi ma estremamente complicati».
Come vanno affrontati?
«Non vanno descritti in maniera semplificata, come i progressisti hanno fatto fino a ora. Si deve accettare la paura perché ha ragione di esistere. E poi serve un grande new deal sulla formazione, dalla scuola all’università. Oggi non abbiamo preparazione culturale e competenze, non solo per affrontare il futuro ma nemmeno per comprenderlo».
Il governo durerà a lungo?
«No, ma non credo ne abbia nemmeno intenzione. È un governo costruito per dare forza elettorale, a suon di promesse e slogan, alle due forze che non stanno gestendo i problemi. Anzi, quando c’è da gestire — come l’Ilva o la Tap — tornano indietro e fanno esattamente quello che stavamo facendo noi».
Tra un anno qui si voterà per la Regione. I sondaggi danno in testa il centrodestra, il Pd rischia di perdere per la prima volta.
«Intanto manca un anno. Parliamo di una regione ottimamente amministrata, però non basta. È un po’ quello che è successo a noi al governo, se uno guarda i numeri, il Pil, la crescita, gli occupati, sono state fatte buone cose, ma ora c’è una crisi così profonda che i cittadini vogliono cambiare tutto e hanno anche buone ragioni. O si comprende questo stato profondo o si perde anche se si governa bene».
E quindi secondo lei il governatore Stefano Bonaccini come può strappare il bis?
«Lavorando sulla rappresentanza, sapendo rappresentare le paure dei cittadini e non concentrandosi solo sul fatto di essere un buon amministratore, ma anche un buon politico, nel senso alto del termine. E credo che Bonaccini abbia tutti gli strumenti per poterlo fare, ho molta stima di lui».
” L’Emilia è una Regione ottimamente amministrata, ma Bonaccini deve fare politica in senso alto