«Archeologie del Moderno»: il viaggio attraverso la storia del design anni 50 - 80
All’Accademia di Belle Arti
Una raccolta di testimonianze del graphic-design italiano dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta, passando per libri, manifesti, biglietti, copertine di dischi, imballaggi, allestimenti, marchi e identità visive in generale. Negli spazi espositivi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna oggi alle 18 apre la mostra«Archeologie del Moderno. Il progetto grafico in Italia 1950 - 1980», a cura del Centro di Documentazione sul Progetto Grafico - Museo della Grafica dell’Aiap, l’associazione italiana design della comunicazione visiva. Sino al 21 novembre in via Belle Arti 54 resteranno in esposizione una serie di percorsi guidati che l’anno scorso si erano visti a Roma nell’ambito dell’«Aiap Design Per - International Graphic Design Week». Progetti di autori noti e meno famosi come Silvio Coppola, che sul finire degli anni ’60 fu protagonista del gruppo di ricerca Exhibition Design, Mimmo Castellano, che aveva iniziato nella natìa Puglia curando l’immagine della casa editrice Laterza, l’olandese naturalizzato italiano Bob Noorda, art director del gruppo Pirelli all’inizio degli anni 70 e tra i primi a introdurre nel mondo industriale l’immagine coordinata aziendale come mix di architettura, interni, design e pubblicità, e Albe Steiner, vero nome Alberto, nato a Milano nel 1913, a cui si deve la progettazione del marchio Coop del 1963, la sua applicazione sugli imballaggi e l’allestimento del primo magazzino a libero servizio Coop, che fu quello di Reggio Emilia in Corso Garibaldi. E, ancora, lavori di Massimo Vignelli, Franco Grignani, Massimo Dolcini, Max Huber, Giancarlo Iliprandi, Anita Klinz, Aldo Novarese, Claudia Morgagni, Antonio Tubaro e Alfredo Mastellaro. Un viaggio dal sapore un po’ «vintage» tra i lavori di maestri che hanno costruito la storia del design in Italia inventando pratiche, strategie ed estetiche destinate a incidere nella storia della comunicazione. (p.d.d.)