Saputo spende poco? No, vende troppo
Spendere di più, spendere meglio: i tifosi sono divisi su cosa serva al Bologna per avviare un progetto vero e credibile. Le cessioni illustri ammazzano i sogni
Dopo il grido d’allarme di Saputo a Montreal, c’è da preoccuparsi anche qui a Bologna? Durante la sosta del campionato la tavola rotonda di Saputo con la stampa del Quebec è stato uno dei temi più discussi, probabilmente perché molti hanno rivisto analogie con ciò che accade al di qua dell’oceano: le questioni sul restyling dello stadio, i risultati sportivi carenti e quelli economici non esattamente incoraggianti. «Mi pare che tra Impact e Bologna abbia problemi molto similari — ha notato più di qualche tifoso — sia dove è sempre sul posto, sia dove delega». Ovviamente i fatti di casa Impact — dove i playoff si sono allontanati — saranno discussi in Quebec, ma in città il dibattito, in attesa di riprendere la corsa verso la salvezza, è aperto: cosa si può fare per migliorare la situazione rossoblù? In genere ci sono due partiti, quello dello «spendere di più» e quello dello «spendere meglio», per quanto la fazione dello «spendere di più e meglio» sia immancabile. I primi, cioè quelli che ritengono gli investimenti operati fin qui non sufficienti, puntano soprattutto sulla «necessità di aumentare i soldi da impiegare nel lato sportivo, fin qui non sufficienti a regalare un Bologna da metà classifica». Viceversa, chi punta soprattutto sullo spendere meglio ripensa all’ultimo mercato estivo e segue le parole del ds Bigon sul reinvestimento pressoché totale di quanto incassato: «Quest’estate i fondi per gli acquisti c’erano, eccome. E se la squadra non è al livello dello scorso anno aver fatto una patta tra soldi spesi e incassati è una aggravante». Due posizioni che in generale coincidono verso una «eccessiva ricerca della plusvalenza immediata» sottolineata da molti ascoltatori radiofonici che rischia di non elevare mai il livello di questo Bologna.