Il Mercato ritrovato diventa film
Ex ferroviere e imprenditore del bio, Triani documenta per due anni le realtà dietro ai banchi Il docufilm sabato al Lumière
Anche se, con autoironia, si ascrive alla categoria tutta bolognese degli «umarells», il pensionato Giorgio Triani più che osservare e commentare i cantieri della città ama il buon cibo naturale. Per questo ha deciso di raccontarlo assecondando un’altra sua grande passione giovanile, quella per il cinema.
Così Triani, classe 1945, dopo tante attività diverse, un passato da ferroviere e uno da imprenditore di alimenti biologici e vegani, tra i primi a proporre tofu e seitan, è finalmente approdato al cinema. Realizzando la sua opera prima, un documentario dedicato al Mercato Ritrovato che settimanalmente raduna, nella piazzetta davanti al cinema Lumière, una quarantina di produttori locali. Dalle giornate intere passate nelle sale della Cineteca alla frequentazione del mercato aperto nelle mattinate del sabato per Triani il passo è stato davvero breve.
La scintilla è però nata dall’incontro con un banchetto che vendeva marmellata di rosa canina. «Da bambino – racconta – andavo in giro con mio padre, che mi raccontava che con le bacche che trovavamo si facevano delle marmellate. Poi sono andato ad abitare a Grizzana Morandi e i cespugli di rosa canina li ho rivisti, ma ricavarne una marmellata era un lavoro titanico - spiega - Sui banchi del mercato invece l’ho ritrovata, ma in Italia non la fa nessun altro. Così mi è scattata la voglia di raccontare il mercato».
Gli ci sono voluti due anni per realizzare il documentario «Ritroviamoci al Mercato!», che sabato verrà presentato per la prima volta su quel grande schermo del Lumière che ha visto Triani spettatore per ore e ore. La proiezione, alle 14,30 con ingresso libero, sarà preceduta da un piccolo buffet offerto da quei produttori del mercato protagonisti assoluti di un film completamente autoprodotto. «Ma io mi sono divertito – commenta Triani – anche se non penso certo di essere diventato un cineasta. Il cinema però può essere un mezzo efficace, se fatto con il cuore, per raccontare esperienze di qualità, che non sono improvvisate. Non appartengono infatti a persone che sognano a occhi aperti, ma a piccole realtà che si mettono in gioco, rinnovandosi e facendo proposte a consumatori consapevoli. E poi tra le bancarelle ci sono tanti giovani, ragazzi di venticinque anni che hanno avviato aziende agricole, producendo formaggi di pecora e lana o piantando ulivi per ricavarne olio extravergine d’oliva. Persone autentiche, vere».
Insomma, al centro di un film che si pone lontano anni luce dalla grande distribuzione alimentare, ci sono prodotti genuini ottenuti nel rispetto della natura e senza trascurare la relazione tra le persone.
Con le riprese realizzate nel corso di varie stagioni utilizzando una telecamera semiprofessionale, una GoPro e un computer e avvalendosi di un montatore incontrato casualmente in un bistrot. «Non potevo – continua Triani – raccontare tutte le realtà che partecipano al mercato. Per questo ho scelto alcune delle eccellenze come Marco Mazzanti, il primo coltivatore biodinamico in Italia, e ho pensato poi di alternare i vari banchetti con quello che c’è dietro, andando nelle sedi delle aziende come un ipotetico consumatore che naviga in mezzo al mercato, incontra le realtà e le documenta». Un viaggio di quasi un’ora tra i campi e l’Appennino, arrivando sino al mare, entrando in stalle, caseifici e laboratori con alle spalle un’esperienza cinematografica maturata non solo dalle visione inesausta di film ma anche da una pratica teatrale come attore. E dalla frequentazione del corso «Dalla parola al corto», tenuto dal regista Adriano Sforzi, vincitore del David di Donatello nel 2011 per il suo cortometraggio «Jody delle giostre».
Una formazione indispensabile per provare a trasmettere i princìpi che per Triani restano fondamentali: «Il mio è un film sui migliori doni della terra, frutto del sapiente lavoro di contadini, allevatori e artigiani che nel rispetto dei campi, degli animali e delle risorse ogni giorno portano avanti un’idea arcaica e innovativa assieme - continua Parlare di questo mercato significa infatti mettere in risalto l’impegno quotidiano di un
” Ho scelto alcune eccellenze come il primo coltivatore biodinamico d’Italia, andando anche nelle aziende, per raccontare l’impegno quotidiano di un manipolo di idealisti