I riders tornano a farsi sentire «Tutto fermo, anzi è peggio»
Tornano i ciclofattorini: vertenza in stallo. Il Comune: Roma ci ha bloccato
Il tavolo nazionale al ministero del Lavoro per trovare un accordo che migliori le condizioni contrattuali dei lavoratori della gig economy è in stallo da settimane e dimenticato. I riders bolognesi delle piattaforme del cibo, che di quella vertenza sono stati ispiratori con scioperi e con la Carta dei diritti firmata insieme al Comune, lanciano un ultimatum al governo chiedendo di rimettere al centro della discussione quella trattativa per arrivare il prima possibile a un accordo. E non risparmiano attacchi anche al mancato rispetto delle tutele raggiunte in città.
Alle critiche nei confronti del governo si unisce Palazzo d’Accursio, che si definisce «danneggiato dall’intervento dell’esecutivo». A dirlo è l’assessore alle Attività produttive, Marco Lombardo, duro nel rimarcare le promesse disattese da parte del ministro Luigi Di Maio e intenzionato a convocare a giorni i fattorini, le piattaforme e i sindacati per rilanciare l’accordo bolognese e provare a coinvolgere un numero maggiore di operatori: a maggio la carta dei lavoratori digitali era infatti stata siglata solo da Sgnam e My Menu, che dopo la fusione hanno inglobato anche Bacchetteforchette, diventando l’operatore italiano più grande del settore. Nella calda estate del governo gialloverde Di Maio aveva messo in cima alla lista la questione, seduto ai tavoli con i riders e i manager delle piattaforme. Ma poi tutto si è fermato. «Le multinazionali del cibo online non hanno firmato la nostra Carta anche perché aspettavano novità a livello nazionale — spiega Lombardo —. Di fatto con la costante ricerca di vetrine il governo ha fermato e rallentato il nostro provvedimento, che potrebbe essere un modello per tutti. Vista l’attuale situazione lo rilanceremo evidenziando che solo con accordi di tipo territoriale e metropolitano si possono raggiungere i risultati». Anche perché — sottolinea l’assessore — «con l’arrivo dell’inverno i pericoli dei ciclofattorini aumentano e vicende che hanno trovato poco spazio, come quella di un rider morto a Pisa un mese fa durante il servizio, devono farci riflettere e agire in fretta».
In realtà, secondo quanto denuncia Riders Union Bologna, la sigla che unisce i ciclofattorini sotto le Due Torri, anche l’accordo bolognese necessita di maggiore impegno e l’eventuale incontro in Comune servirà anche per richiamare tutti ai propri impegni. «Dopo la firma della Carta, Sgnam-Mymenu ha sottoscritto contratti peggiorativi per le condizioni dei lavoratori, diminuendo la paga oraria dei riders — commenta Maurilio Pirone di Riders Union —. Quindi se saremo convocati chiederemo spiegazioni. Per quanto riguarda l’ambito nazionale abbiamo visto dei costanti passi indietro. Tutto è stato rimandato a delle proposte delle piattaforme che non arrivano. Continuano a prendere tempo. È chiaro che non vogliono migliorare i diritti dei lavoratori».