DI MOLTI, MA NON (PIÙ) DI TUTTI IL COMUNALE E ROMA AVARONA
Il Teatro Comunale che è un vanto di Bologna avrà di nuovo dei problemi finanziari perché il governo ha tagliato i fondi, questo lo giudico un bel regalino avvelenato di Roma che colpisce una istituzione eccellente alla quale tutti i bolognesi sono molto affezionati e appassionatissimi.
BOLOGNA
Caro signor Pezzi, lei tende a esagerare con l’entusiasmo. Il giudizio sarebbe stato perfetto se invece di scrivere «tutti» avesse usato un realistico «molti». Lo dico tenendomi nel gruppone dei fan per una questione genetica. Mia madre, come ninna nanna, usava il coro a bocca chiusa della Butterfly. Mi ha sempre detto che funzionava alla grande, senza offesa per l’arte di Puccini, generata per emozionare, non certo per assopire. Tuttavia oggi non posso chiudere gli occhi davanti ai mutamenti sociali, alla presenza crescente di nuovi e rispettabili bolognesi con tutt’altra storia, altri gusti, altre preferenze e dai quali escludo quei disinvolti signori (?) che usano piazza Verdi senza rispetto: non del teatro e della città intera. Fingere di non vedere questo nuovo che avanza sempre più non serve. Meglio chiedersi se ci sia qualche colpa in chi dovrebbe diffondere il patrimonio culturale visto che un valore della nostra storia fatica a resistere ai colpi della cronaca. Il Comunale non è, come pare a una quota di cittadini critici, solo la luccicante prima con la parata di vip veri o similveri in una sorta di red carpet petroniano. Occorre dare atto che, seppure non eclatanti, sono stati fatti passi avanti verso un più incisivo ruolo del teatro nel bouquet culturale made in Bo. Con voce grossa o no, bisogna convincere che «sostenere conviene». Non solo con i soldi di Roma, ex ladrona e ora avarona. Usiamo i nostri, pubblici e privati, per tenere alta la qualità. Solo uno standard artistico di vertice può stoppare un certo qualunquismo malsano, quel sentimento che va a braccetto con la tesi della cultura che non dà pane. Un teatro eccellente è ambasciatore nel mondo, testimonial della città dei saperi e non soltanto di quei sapori oggi di gran moda.
Porta nutrimento a tutti, anche a chi ne sta lontano, lo snobba o addirittura lo critica. Dunque aiutati, caro Comunale, se vuoi che Bologna ti aiuti. Per fortuna sono lontani gli anni iper lottizzati, quando al San Carlo di Napoli non si riusciva a trovare un direttore d’orchestra per il tragico motivo che, nel giro delle poltrone targate, il podio spettava a un repubblicano. Mandato per un’inchiesta dal Corriere di Ugo Stille, l’incipit divenne un amaro sfogo: «Sotto il Vesuvio, per dirigere La Manon, bisognerà chiedere a La Malfa».
occupati senza titolo entro 10 giorni, precisando che se ciò non si verifichi, il Comune di procederà coattivamente, senza alcun preavviso, attraverso l’intervento della Polizia Municipale: restituiremo alla città un campo da calcio sequestrato da mesi da una società sportiva che non vuole accettare l’esito di un bando pubblico.
Residenti esasperati
assessore allo Sport Comune di Bologna
Sono una cittadina del quartiere Navile che abita a ridosso dell’aeroporto, in case costruite quando il Marconi era ancora piccolo. Molte di queste case e comparti abitativi sono stati costruiti a partire dai primi anni ‘80 su iniziativa del Comune di Bologna che ha concesso vaste aree PEEP alle cooperative abitative. Lo stesso Comune ha poi avvalorato e assecondato, ne- gli anni successivi, lo sviluppo non sostenibile e incontrollato del traffico aereo su queste stesse aree diventate, nel frattempo, densamente abitate. Io, la mia famiglia, e alcune altre migliaia di persone subiamo costantemente il frastuono e lo smog degli aerei che passano bassissimi e incombenti sopra le nostre teste: il traffico aereo è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni (attualmente quasi 30.000 voli all’anno). Insieme ad altri cittadini mi sono adoperata per portare a conoscenza delle varie istituzioni (comunali e aeroportuali) il nostro problema e per proporre soluzioni alternative ai sorvoli verso la città . A tutt’oggi rimangono diverse domande a cui non sono state date risposte esustive, tra cui una, di tipo tecnico: «Perché continuano a far decollare gli aerei sulla città anziché sul Bargellino e non nominano la pista 30 (Bargellino) come prioritaria?»; e una, che ha che fare con la nostra Costituzione: «In quest’ottica di espansione smisurata dell’aeroporto, perché si pensa solo al profitto e non viene data attenzione alcuna alla salute e alla sicurezza di migliaia di cittadini (tra cui moltissimi bambini)?». Sono e siamo arrabbiati ed esigiamo spiegazioni e soluzioni risolutive.
BOLOGNA