La paura dell’anima ispirato a Igor
«Soneri guarda al mondo con i miei occhi. Io sono in presa diretta con lui anche se la mia vita non è sovrapponibile alla sua».
Così Valerio Varesi, scrittore e giornalista di «Repubblica» descriveva qualche tempo fa il suo rapporto con il commissario Soneri, personaggio da lui creato vent’anni fa nel romanzo «Ultime notizie di una fuga», protagonista di vari romanzi tradotti anche all’estero e di una serie televisiva, «Notti e nebbie», in cui era impersonato da Luca Barbareschi.
Tra le similitudini più evidenti con il suo personaggio, ammesse dallo stesso Varesi, figurano «una certa tendenza alla solitudine, la diffidenza per gli strumenti elettronici visti come mezzi di distrazione di massa, la predisposizione per l’Appennino e il Po e l’idiosincrasia per il superfluo. Quest’ultima cosa evidente soprattutto nel detestare i ristoranti raffinati nella forma e molto spesso scarsi nei piatti».
A un anno dal precedente «Il commissario Soneri e la legge del Corano», Valerio Varesi ha pubblicato sempre per Frassinelli una nuova avventura del poliziotto, «La paura dell’anima», che oggi pomeriggio a partire dalle ore 18 presenterà alla Libreria Coop Ambasciatori di via Orefici, in dialogo con l’italianista Alberto Bertoni e con il procuratore
” Ho in comune con il personaggio una certa tendenza alla solitudine e diffidenza per le nuove tecnologie come mezzi di distrazione di massa
capo di Bologna Giuseppe Amato. D’altro canto la nuova avventura del poliziotto che si fida del suo istinto è dichiaratamente ispirata alla vicenda di Igor il russo, alias Norbert Feher, il killer serbo che ha insanguinato l’Emilia, al centro di una caccia all’uomo durata mesi.
Non un libro-inchiesta ma un romanzo che riflette sulla paura, capace di disgregare intere comunità e di separare anche persone che vivono da sempre l’una affianco all’altra. Una vicenda trasportata dalle pianure della Bassa tra Bologna e Ferrara a un immaginario centro dell’Appennino emiliano, Montepiano. Dove il commissario che non sa dire di no al culatello, in cerca di respiro dall’afa agostana di Parma, si trova alle prese con il criminale più ricercato d’Italia, trasformatosi in un fantasma inafferrabile capace di stravolgere la quotidianità del paesino.
Una conferma della convinzione dello scrittore a proposito dei toni del noir e del giallo, che hanno «il dovere di affondare le mani nel corpo vivo della società».