«Essere stranieri non ci preoccupa» Incognita turni
La Magneti Marelli ai giapponesi. La notizia, che era nell’aria, è arrivata subito anche Bologna. Ma l’addio a Fca non spaventa quadri e impiegati. «Per noi — racconta Paolo, impiegato in Marelli dal 2001 davanti ai cancelli di via Timavo — può essere la grande occasione: se da una parte questo sodalizio consentirà ai giapponesi di allargarsi in Europa, dall’altra noi, come dipendenti, avremo la possibilità di accrescere le nostre competenze e migliorare, forse, anche la nostra situazione lavorativa». Per la maggior parte dei 900 assunti in Marelli, la vendita non è fonte di preoccupazione, a patto che i livelli occupazionali siano garantiti così come sono. «A me basta ricevere lo stipendio ogni mese — sottolinea un’impiegata in azienda dal 2014 —. Spero che i giapponesi non cambino i nostri ritmi di lavoro, il loro approccio è molto diverso dal nostro. L’importante è che i nostri diritti vengano tutti rispettati». La nuova Marelli Calsonic Kansei avrà un fatturato di 15,2 miliardi di euro, disporrà complessivamente 200 impianti produttivi nel mondo e centri di ricerca e sviluppo in Europa, Giappone e America. «Già tante altre aziende italiane sono state comprate da imprenditori stranieri, non è questo il punto — ricorda Flavio Panetta, assunto da quattro anni —. In tanti casi molte realtà si sono salvate o sono diventate più grandi. Certo, mi dispiace, che il nostro Paese perda un’altra realtà che, comunque, già da un po’ non era più italiana, ma se questa vendita si trasformerà in un’occasione di rilancio, perché non appoggiarla?». Pochi invece pareri negativi, come quello di Paolo, operaio da 23 anni, che ha paura di perdere la sua anzianità una volta avviate le nuove contrattazioni. Sui livelli di occupazione da mantenere inalterati, però, si sono già pronunciati i sindacati, che hanno chiesto subito un confronto con la nuova proprietà e il governo.