Corriere di Bologna

«Ora tocca a noi, questa Effe vince già facile»

Domani al PalaDozza arriva Udine. Cavina: «Magari il PalaDozza ci scuote»

- Enrico Schiavina

Ha solo tre giorni di tempo, Demis Cavina, per preparare la trasferta più difficile dell’anno, al PalaDozza contro la Fortitudo che sta provando ad ammazzare il campionato. «Ma in fondo forse è meglio così, giocare subito e provare a voltar pagina in fretta» dice il coach di una Udine che non se la sta passando bene: due sconfitte nelle prime tre giornate, a Imola e in casa con Montegrana­ro, non sono un passo da squadra di vertice come dovrebbe essere quella friulana. «Dobbiamo darci una mossa, ci manca ancora un’identità. Poi nessun allarme, in questo inizio di stagione vedo che stanno facendo fatica anche altre squadre considerat­e di fascia alta. Beh, certo, esclusa la Fortitudo».No, la Fortitudo di fatica proprio non ne fa: già stese a casa loro Verona e Treviso, la terza grande del Nordest si fa sotto domani sera in piazza Azzarita. Forse ancora senza Mancinelli (che però ieri è rientrato in gruppo) e Fantinelli (escluse lesioni dopo l’infortunio al Palaverde), o con uno solo dei due, o con entrambi. «Non so cosa pensare, di certo sono due giocatori importanti­ssimi, ma senza di loro il gruppo ha dimostrato un tale equilibrio che diventa tutto relativo» dice il coach di Castel San Pietro, che ha 44 anni ma ben 15 stagioni di A2 alle spalle e questo campionato lo conosce come nessuno. «In estate sentivo qualcuno mugugnare, lamentarsi che alla Fortitudo mancava un vero 5, ma a me faceva ridere. Hanno forza fisica e mentale, sono completiss­imi, poi è vero che siamo solo alla terza giornata, ma l’impression­e che danno è di vincere andando con un filo di gas». L’allenatore, l’italiano più forte (Ricky Cortese), il giovane che il coach ha voluto portare con sé da Imola (Lorenzo Penna), in questa Udine che arriva domani ci sono tanti figli di Basket City in esilio, gente che Piazza Azzarita sa benissimo dov’è. «Sono i due che conoscevo meglio, e in termini emotivi sono proprio quelli che potrebbero darci la scossa che ci serve. Magari la sveglia potrebbe darcela proprio un ambiente difficile come il PalaDozza». Un posto che per Cavina ha un significat­o speciale, tanti risvolti personali antichi e recenti. Christian Pavani l’ha detto anche la settimana scorsa in tv, la Fortitudo per la panchina aveva pensato a due soli nomi, Cavina e Martino, ed ha scelto quest’ultimo. «Ringrazio per la stima, che fa sempre piacere. Anche se parliamo di situazioni diverse sul piano temporale, c’era ancora Pozzecco quando io ho firmato per Udine, convintiss­imo del progetto, come lo sono adesso. Poi Martino è bravissimo ed i risultati parlano per lui». Curioso però, Cavina e la Fortitudo si sono annusati varie volte in passato ma per un motivo o per l’altro non è mai scattata la scintilla con l’ex ragazzino che faceva i salti mortali per venirla a vedere, a cavallo tra gli anni 80 e 90. «Col treno da Castel San Pietro, poi pizza da Altero e di corsa al palazzo. Idoli George Bucci, Alibegovic, Vincenzino, ma poi ho sempre amato il talento e tifavo anche per Sugar Richardson, solo che i biglietti per la Virtus non si trovavano mai».

” Il coach dei friulani Portano a casa le partite con un filo di gas, hanno tutto: forza fisica, talento e intelligen­za per il gioco

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