Da Panebianco a Franzoni i 60 prof che lasciano la toga
Tanti i docenti Unibo che vanno in pensione, fra loro Franzoni e Panebianco
Sessanta docenti si preparano a lasciare, dall’1 novembre cattedre e laboratori. La soglia dei 70 anni quest’anno è varcata anche da professori il cui nome non è noto solo all’accademia. A partire dall’ex rettore Ivano Dionigi, il latinista che ha portato i grandi classici della letteratura greca e latina sul palcoscenico, per proseguire con il politologo Angelo Panebianco, il neuropsichiatra infantile Emilio Franzoni, il cardiochirurgo Roberto Di Bartolomeo, il chirurgo vascolare Andrea Stella.
Sessanta docenti si preparano a lasciare, dal primo novembre, toghe, cattedre e laboratori. La fatidica soglia dei 70 anni quest’anno è solcata anche da professori il cui nome non è noto solo all’accademia. A partire dall’ex rettore Ivano Dionigi, il latinista che ha portato i grandi classici della letteratura greca e latina sul palcoscenico, per proseguire con il politologo ed editorialista del Corriere della Sera Angelo Panebianco, il neuropsichiatra infantile Emilio Franzoni che ha incentrato gran parte della sua attività allo studio dei disturbi del comportamento alimentare, il cardiochirurgo Roberto Di Bartolomeo, il chirurgo vascolare Andrea Stella, i sociologi Ivo Colozzi e Leonardo Altieri.
Tra cessazioni per limite d’età e dimissioni volontarie le uscite di quest’anno sono numericamente sovrapponibili a quelle dell’anno scorso ma un po’ più alte di quelle del 2015 e 2016. Solo da quest’anno l’Ateneo di Bologna può tuttavia assicurare il turnover al 100%, mentre per diversi anni per tanti docenti che uscivano ne entravano la metà o addirittura un quarto. «Siamo in effetti sempre in una situazione un po’ al limite — riconosce la prorettrice per le Risorse umane Chiara Elefante —, quindi se potessimo contare su più risorse non potremmo che esserne felici. Cerchiamo comunque di fare il massimo, rendendo più veloce ed efficace il processo di reclutamento sia rispetto all’Italia che all’estero, così da non dover rinunciare a nuove iniziative formative». Alcuni dei pensionati potrebbero poi continuare a insegnare a titolo gratuito.
Tra i nomi più noti c’è Angelo Panebianco. Nato a Bologna, con formazione classica al Galvani, e cresciuto accademicamente all’Alma Mater con parentesi di ricerca negli Stati Uniti, ad Harvard e a Berkeley, e in Inghilterra, alla London School of Economics, allievo di Gianfranco Pasquino, è stato considerato l’erede di Nicola Matteucci, tra i fondatori del Mulino. È stato amato dai suoi studenti ma nel mirino di quelli più a sini- stra dei collettivi che lo hanno in più occasioni contestato duramente interrompendo addirittura le sue lezioni. Cambiando completamente settore, troviamo Emilio Franzoni che molto si è speso appunto per studiare e curare anoressia e bulimia quando ancora erano pochi in Italia ad occuparsene. Grande tifoso del Bologna ha portato il suo volto sorridente incorniciato da una nuvola di capelli argentei anche negli studi televisivi di «Quelli che il calcio». Tra i camici bianchi lasceranno l’insegnamento il cardiochirurgo Roberto Di Bartolomeo che ha contribuito a creare al Sant’Orsola un centro di riferimento internazionale di chirurgia dell’aorta e che ha insegnato i segreti del bisturi a chirurghi di tutto il mondo. Va in pensione anche Andrea Stella che si è impegnato negli ultimi tempi nella realizzazione della Chirurgia vascolare metropolitana, la più grande d’Italia, e che negli anni è stato coordinatore del corso di laurea in Medicina e consigliere d’amministrazione dell’Ateneo. Altro nome di spicco quello dell’anestesista e rianimatore Stefano Faenza che per oltre 40 anni ha vigilato sui pazienti, anche piccoli, durante gli interventi combattendo con la paura di tutti di non riuscirsi a risvegliare mai più. Se ne vanno anche i farmacisti Maurizio Cini e Claudio Galletti, quest’ultimo a lungo preside della facoltà di Farmacia.
Nell’area sociale e umanistica si segnalano il pensionamento di Bruna Zani, psicologa sociale, con diversi incarichi accademici alle spalle a cominciare da quello di preside della facoltà di Psicologia, il sociologo della famiglia e del welfare Ivo Colozzi, che ha condiviso studi e pubblicazioni con il collega Pierpaolo Donati, e l’altro sociologo Leonardo Altieri, impegnato in ricerche sui giovani e sui servizi sociali. Si prepara al pensionamento anche Giuseppina La Face, musicologa, storica della musica e violinista che nel 2016 ha promosso e costituito una Rete universitaria per l’educazione musicale.