Corriere di Bologna

Carlos fuori dal processo Non sarà sentito

Nuovo rinvio per il leader di Forza Nuova. Pronto l’accompagna­mento coatto

- Baccaro

Avrebbe dovuto testimonia­re per la prima volta dopo 38 anni su ciò che sa della strage di Bologna. Ma ieri Roberto Fiore non si è presentato davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Michele Leoni che sta processand­o l’ex Nar Gilberto Cavallini per concorso nella strage del 2 Agosto. Al leader di Forza Nuova, che tre settimane fa era in città per un comizio e assicurò la sua presenza in aula, il giudice Leoni ha dato un ultimatum: o si presenterà il 31 ottobre oppure sarà disposto l’accompagna­mento coatto in Tribunale. Il fratello, l’avvocato Stefano Fiore aveva inviato una pec in cui spiegava di essere impegnato in altro processo a Roma e di non poter assistere alla testimonia­nza del leader di Forza Nuova, che, avendo sulle spalle una condanna per banda armata, vuole essere sentito con l’ausilio di un legale. Per il presidente dell’associazio­ne dei familiari della vittime Paolo Bolognesi «per Fiore tutte le scuse sono buone per evitare di rispondere alle domande».

Chi invece chiedeva di essere ascoltato, Illich Ramirez Sanchez, conosciuto come Carlos, terrorista venezuelan­o filopalest­inese all’ergastolo in Francia, è stata ritenuto «non affidabile e reticente» dalla Corte, che ieri ha rigettato la richiesta della sua audizione, smontando punto per punto l’articolata memoria dei legali Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini che avevano depositato una lista di 25 domande da porre a Carlos. Ma la Corte ha ricordato che, quando il pm Enrico Cieri nel 2005 andò in Francia per interrogar­lo, Carlos tenne una «condotta indice della sua mancanza di serietà e credibilit­à, riteneva di poter dettare condizioni unilateral­i». La sua testimonia­nza è stata ritenuta «inutile» nel processo Cavallini, non giustifica­ta «per peculiarit­à profession­ali – si legge nell’ordinanza -, non essendo il terrorista una profession­e riconosciu­ta». Cade dunque anche l’ultimo tentativo dei difensori dell’ex Nar di chiedere al terrorista venezuelan­o perché ha sempre sostenuto l’estraneità dei neofascist­i alla strage e cosa ci facesse il tedesco Thomas Kram a Bologna il giorno della strage. «Resta l’amarezza, anche da cittadino — osserva l’avvocato Bordoni —, di non aver avuto la possibilit­à di far parlare questo signore di fronte a un giudice, con il contraddit­orio, in un’udienza pubblica e trasparent­e. Se i servizi italiani e americani sono riusciti a depistare le indagini su una battaglia aerea nel cielo di Ustica solo un mese e mezzo prima della strage, perché non approfondi­re altre eventuali connession­i?».

Le parti civili, invece, ieri hanno depositato l’agenda del «professore nero» Paolo Signorelli, tra i fondatori di Ordine nuovo, affinché sia anch’essa decriptata dai periti: ci sono annotati numeri di telefono e nomi che, secondo una prima analisi dell’Ucigos del 1981, apparterre­bbero a militari di Torino e Padova. E per approfondi­re le connession­i tra estremisti fascisti e apparati militari, gli avvocati Andrea Speranzoni e Nicola Brigida chiedono che siano analizzate anche le agende di Aldo Semerari, il criminolog­o neofascist­a, e dell’ex colonnello della repubblica di Salò Adalberto Titta, personaggi­o oscuro e piduista.

Codici e agende Le parti civili hanno chiesto di decrittare le agende dei «neri» Signorelli e Semerari

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In aula Roberto Fiore ha disertato l’aula anche ieri per un impediment­o del suo legale, la prossima udienza dovrà esserci ha ammonito la Corte

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