Marcia a Predappio c’è l’ok ai neofascisti
Via libera dalla Prefettura: i neofascisti sfilano al mattino del 28, l’Anpi al pomeriggio
Nostalgici del fascismo al mattino e Anpi al pomeriggio. Il 28 ottobre, come previsto, entrambe le fazioni scenderanno nelle strade di Predappio. Ieri il via libera dalla Prefettura anche alla marcia dei nostalgici.
Nostalgici del fascismo da una parte e Anpi dall’altra. Il 28 ottobre, come previsto, entrambe le fazioni scenderanno nelle strade e nelle piazze di Predappio. Quelli in camicia nera a ricordare l’anniversario della Marcia su Roma e a omaggiare Benito Mussolini nella sua città natale, gli antifascisti quello della liberazione del comune romagnolo dall’occupazione nazifascista. Dopo il via libera dei giorni scorsi alla manifestazione dei partigiani, ieri il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico riunito in Prefettura ha dato l’autorizzazione alla marcia dei neofascisti.
Per l’occasione sono previste misure di sicurezza straordinarie ma non ci sarà contingenza temporale tra i due cortei al fine di scongiurare il rischio di contatti tra i due gruppi. I nostalgici si ritroveranno a metà mattina in piazza Sant’Antonio. Da qui si riuniranno in corteo per arrivare al Cimitero di San Cassiano, che ospita la cripta in cui è stato tumulato Benito Mussolini. La manifestazione targata Anpi avrà inizio nel pomeriggio, alle 16, al Teatro Comunale con uno spettacolo musicale sul tema della liberazione. Al termine dell’iniziativa i partecipanti sfileranno in corteo per le vie del centro, mentre nella serata è prevista una cena al circolo locale Arci.
Della giornata del 28 ottobre si era cominciato a parlare da diverse settimane. Per il primo anno l’Anpi provinciale di Forlì – Cesena e quello nazionale avevano chiesto a Prefettura, Procura e Questura di vietare il corteo dei nostalgici del regime e allo stesso tempo di essere autorizzati a scendere in piazza per manifestare in memoria della liberazione.
E dire che fino qualche anno fa le cose stavano diversamente. «All’oscenità delle rievocazioni in camicia nera dei nostalgici del regime fino a qualche anno fa consigliavo sempre di rispondere con una sonora risata», aveva raccontato Miro Gori, presidente provinciale di Anci Forlì-Cesena. Poi, negli ultimi tempi in molte città d’Italia, sono arrivate le ronde per la sicurezza organizzate da formazioni politiche di stampo neofascista e si è assistito aggressioni a sfondo razziale. «Un’escalation che ci ha convinto perlomeno a cercare di fare qualcosa — aveva spiegato sempre Gori —. Da una parte chiedere alle autorità di stoppare il corteo, dall’altra rivendicare che il 28 ottobre è l’anniversario della liberazione della città di Predappio dall’occupazione nazifascista».
Fino all’anno scorso gli antifascisti
Il Comitato per l’ordine pubblico ha definito soluzioni per garantire entrambe le iniziative
non erano mai scesi in corteo per commemorare la ricorrenza. Le uniche iniziative a tema erano sempre state allestite al chiuso, all’interno del Teatro Comunale di Predappio. Ma la piazza ricopre un valore simbolico assai caro a chi intende veicolari ideali di qualsiasi colore. «La nostra non sarà una “controiniziativa”, ma l’unica vera manifestazione che uno Stato democratico possa riconoscere come tale».
Sul caso di Predappio gli onorevoli democratici Marco Di Maio, Andrea De Maria e Emanuele Fiano avevano rivolto un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Matteo Salvini chiedendo di valutare le richieste dell’Associazione Nazionale dei partigiani. «Mussolini e Stalin appartengono al passato e se una persona vuole manifestare per quanto mi riguarda lo può fare a patto che rispetti la Costituzione», aveva risposto alle domande della stampa sul caso il titolare del Viminale lasciando intendere che non avrebbe imposto divieti sorta al corteo dei nostalgici. «Non è nostra intenzione attaccare Salvini, rispetteremo le decisioni dell’autorità, ma non c’è nulla di costituzionale in un corteo dove sfilano camicie nere, fez, persone con il braccio teso che cantano Faccetta Nera acclamando il duce», aveva commentato a riguardo Miro Gori dell’Anpi.