Ecco Caima, il lavoro torna in Appennino
Inaugurata a Monghidoro da Vacchi e Marchesini, impiega dieci dipendenti dell’ex Stampi
Dieci dipendenti della ex Stampi
Group e un’idea solidale che vuole rilanciare lo sviluppo economico dell’Appennino. È stata inaugurata ieri a Monghidoro la Caima srl, partecipata dai «concorrenti» Ima e Marchesini Group. Vacchi: «È un segnale di speranza». Marchesini: «Abbiamo gettato un seme». Al taglio del nastro la benedizione di Zuppi.
Nella sede di Caima srl ci si arriva dopo una serie di tornanti con il manto crepato. Una voragine naturale offre la vista sulla valle. Si capisce che una delle difficoltà da affrontare sarà la logistica. Ma in quel piccolo stabilimento di Monghidoro che aveva già visto il progetto svanito della multinazionale Kemet (infine trasferita a Pontecchio) e che ora produce quadri elettrici, componenti per macchine automatiche, si celebra una vittoria. Un passo avanti nel rilancio dell’Appennino.
La vittoria è, appunto, questa azienda inaugurata ieri da chi l’ha messa in piedi e chi l’ha voluta: Alberto Vacchi e Maurizio Marchesini, rispettivamente presidenti di Ima e Marchesini Group; i due rappresentanti della società Daniele Ferrari e Alessandro Taddia (di Catprogetti e Iema, i principali fornitori di Ima e Marchesini); il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini; il sindaco di Monghidoro Barbara Panzacchi, e l’arcivescovo Matteo Zuppi, da tempo vicino ai drammi dei lavoratori
” Marchesini Questo è un modello di impresa che risponde anche a un problema sociale Abbiamo gettato un seme che potrà dare buoni frutti
dell’area montana.
La newco è, infatti, nata dalle ceneri dell’ex Stampi Group, l’azienda meccanica fallita definitivamente nel 2017 lasciando sul campo una sessantina di disoccupati. Dieci di loro sono impiegati in Caima. Ma l’obiettivo è crescere e, per chi ancora è in cerca di occupazione, la Regione ha avviato un percorso di reinserimento e di formazione. Lo ricorda Bonaccini: «Le persone non avevano bisogno di un assegno — dice attaccando il reddito di cittadinanza ipotizzato dal governo — ma di lavoro. Noi abbiamo investito 150 mila euro di risorse europee». A questo percorso, hanno già aderito 22 addetti, mentre a giorni partirà un nuovo corso di 450 ore per 12 operatori specializzati in sistemi elettrici ed elettronici.
«Stiamo facendo una sperimentazione che risponde anche a un problema sociale», dice Marchesini. Qualcosa che, usando le parole di Vacchi «dà un segnale di speranza e ha il cuore dell’Emilia», perché «qui può accadere, non so altrove». I due imprenditori si riferiscono alla collaborazione tra industrie concorrenti che, invece, uniscono le forze in una dinamica di filiera orizzontale. Ima e e Marchesini insieme, ognuna in Caima con il 20 per cento, mentre Catprogetti e Iema, prima competitor, si suddividono il restante 60 per cento. Ferrari è concreto: «Abbiamo trasferito qui le nostre commesse, ma vogliamo lavorare anche con le imprese del territorio»
E può accadere, forse, solo in Emilia-Romagna, la verità di uno sforzo collettivo. Come sottolinea Panzacchi. «In montagna — assicura — si può avere una realtà industriale che funziona», che darà risposte
” Vacchi Non possiamo disperdere le competenze e la vivacità del contesto montano
anche «all’indotto produttivo della comunità». La Regione metterà in bilancio lo sgravio e il taglio dell’Irap per le nuove imprese, e ha istituito strumenti premiali anche per il settore del turismo. «La Regione si sta impegnando — confida a margine Marchesini — ho dubbi, invece, sul governo». «Noi come imprenditori — ammette poi — abbiamo dato un segnale controtendenza. Abbiamo gettato un seme, se germoglierà saranno tanti a coglierne i frutti». Anche Vacchi guarda avanti, auspica che le «competenze nel contesto montano» non vadano «disperse»: «Speriamo di essere da stimolo per le imprese e le istituzioni, Stimoliamo anche investimenti di tipo logistico. Daremo il nostro supporto». Infine, la benedizione di Zuppi, che loda la responsabilità delle imprese nei confronti delle nuove generazioni: «Piantiamo degli alberi, che noi non vedremo, ma saranno bellissimi».