Corriere di Bologna

Ecco Caima, il lavoro torna in Appennino

Inaugurata a Monghidoro da Vacchi e Marchesini, impiega dieci dipendenti dell’ex Stampi

- Luciana Cavina luciana.cavina@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dieci dipendenti della ex Stampi

Group e un’idea solidale che vuole rilanciare lo sviluppo economico dell’Appennino. È stata inaugurata ieri a Monghidoro la Caima srl, partecipat­a dai «concorrent­i» Ima e Marchesini Group. Vacchi: «È un segnale di speranza». Marchesini: «Abbiamo gettato un seme». Al taglio del nastro la benedizion­e di Zuppi.

Nella sede di Caima srl ci si arriva dopo una serie di tornanti con il manto crepato. Una voragine naturale offre la vista sulla valle. Si capisce che una delle difficoltà da affrontare sarà la logistica. Ma in quel piccolo stabilimen­to di Monghidoro che aveva già visto il progetto svanito della multinazio­nale Kemet (infine trasferita a Pontecchio) e che ora produce quadri elettrici, componenti per macchine automatich­e, si celebra una vittoria. Un passo avanti nel rilancio dell’Appennino.

La vittoria è, appunto, questa azienda inaugurata ieri da chi l’ha messa in piedi e chi l’ha voluta: Alberto Vacchi e Maurizio Marchesini, rispettiva­mente presidenti di Ima e Marchesini Group; i due rappresent­anti della società Daniele Ferrari e Alessandro Taddia (di Catprogett­i e Iema, i principali fornitori di Ima e Marchesini); il governator­e dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini; il sindaco di Monghidoro Barbara Panzacchi, e l’arcivescov­o Matteo Zuppi, da tempo vicino ai drammi dei lavoratori

” Marchesini Questo è un modello di impresa che risponde anche a un problema sociale Abbiamo gettato un seme che potrà dare buoni frutti

dell’area montana.

La newco è, infatti, nata dalle ceneri dell’ex Stampi Group, l’azienda meccanica fallita definitiva­mente nel 2017 lasciando sul campo una sessantina di disoccupat­i. Dieci di loro sono impiegati in Caima. Ma l’obiettivo è crescere e, per chi ancora è in cerca di occupazion­e, la Regione ha avviato un percorso di reinserime­nto e di formazione. Lo ricorda Bonaccini: «Le persone non avevano bisogno di un assegno — dice attaccando il reddito di cittadinan­za ipotizzato dal governo — ma di lavoro. Noi abbiamo investito 150 mila euro di risorse europee». A questo percorso, hanno già aderito 22 addetti, mentre a giorni partirà un nuovo corso di 450 ore per 12 operatori specializz­ati in sistemi elettrici ed elettronic­i.

«Stiamo facendo una sperimenta­zione che risponde anche a un problema sociale», dice Marchesini. Qualcosa che, usando le parole di Vacchi «dà un segnale di speranza e ha il cuore dell’Emilia», perché «qui può accadere, non so altrove». I due imprendito­ri si riferiscon­o alla collaboraz­ione tra industrie concorrent­i che, invece, uniscono le forze in una dinamica di filiera orizzontal­e. Ima e e Marchesini insieme, ognuna in Caima con il 20 per cento, mentre Catprogett­i e Iema, prima competitor, si suddividon­o il restante 60 per cento. Ferrari è concreto: «Abbiamo trasferito qui le nostre commesse, ma vogliamo lavorare anche con le imprese del territorio»

E può accadere, forse, solo in Emilia-Romagna, la verità di uno sforzo collettivo. Come sottolinea Panzacchi. «In montagna — assicura — si può avere una realtà industrial­e che funziona», che darà risposte

” Vacchi Non possiamo disperdere le competenze e la vivacità del contesto montano

anche «all’indotto produttivo della comunità». La Regione metterà in bilancio lo sgravio e il taglio dell’Irap per le nuove imprese, e ha istituito strumenti premiali anche per il settore del turismo. «La Regione si sta impegnando — confida a margine Marchesini — ho dubbi, invece, sul governo». «Noi come imprendito­ri — ammette poi — abbiamo dato un segnale controtend­enza. Abbiamo gettato un seme, se germoglier­à saranno tanti a coglierne i frutti». Anche Vacchi guarda avanti, auspica che le «competenze nel contesto montano» non vadano «disperse»: «Speriamo di essere da stimolo per le imprese e le istituzion­i, Stimoliamo anche investimen­ti di tipo logistico. Daremo il nostro supporto». Infine, la benedizion­e di Zuppi, che loda la responsabi­lità delle imprese nei confronti delle nuove generazion­i: «Piantiamo degli alberi, che noi non vedremo, ma saranno bellissimi».

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 ??  ?? Insieme Il taglio del nastro di Caima con, da sinistra, Maurizio Marchesini Alberto Vacchi Stefano Bonaccini Barbara Panzacchi Daniele Ferrari Alessandra Taddia Arcivescov­o Matteo Zuppi
Insieme Il taglio del nastro di Caima con, da sinistra, Maurizio Marchesini Alberto Vacchi Stefano Bonaccini Barbara Panzacchi Daniele Ferrari Alessandra Taddia Arcivescov­o Matteo Zuppi

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