Sfm, l’opera incompiuta da 21 anni
Al servizio ferroviario metropolitano si lavora dal 1997, mancano ancora quattro stazioni e nuovi treni Dopo l’attacco del governo a Bologna si scopre che i fondi sono bloccati da giugno
Il governo gialloverde ha strigliato l’altro giorno Bologna per i ritardi sulle infrastrutture «verdi», in testa il Servizio ferroviario metropolitano. Un’opera incompiuta ormai da 21 anni. A giugno finalmente la delibera del Cipe che sbloccava i 255 milioni dei fondi ex metrò, che andranno su Sfm e filoviarizzazione della città, è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale. Ma si scopre, parola di Palazzo d’Accursio, che a oggi le risorse non sono ancora arrivate.
«Bisogna procedere spediti sul Servizio ferroviario metropolitano». Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli dell’M5S l’altro giorno ha «strigliato» gli enti locali chiedendo che cambino passo e accelerino su quelle infrastrutture che liberano le strade dalle auto. Il Servizio ferroviario metropolitano è in cima alla classifica insieme al tram, che è attualmente in fase di progettazione. Peccato che, però, le risorse ancora non siano arrivate nelle casse di Palazzo d’Accursio. In pratica i soldi sulla carta ci sono, visto che la delibera del Cipe che ha sbloccato i fondi ex metrò, dirottandoli su filobus e «trenini» locali, è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale a giugno. Ma dei soldi che garantirebbero al Comune di partire con i lavori non c’è ancora traccia, assicurano da Palazzo d’Accursio. E sono passati altri quattro mesi. Il cambio di governo in primavera non ha giocato a favore dell’ultimo passaggio formale e tecnico necessario a mettere la parola fine (o inizio, se si pensa ai cantieri da aprire e ai nuovi treni da acquistare) a una vicenda annosa. In ogni caso quelle risorse sono ferme al ministero, forse in quel «limbo» tra ministero dell’Economia e Ministero dei Trasporti.
Certo, quattro mesi potrebbero sembrare nulla se confrontati con un’attesa, quella per il completamento del Servizio ferroviario metropolitano, grande cavallo di battaglia proprio dei grillini, che dura da qualcosa come 21 anni. Che diventano 24, se si vuole essere pignoli, se si considera che la prima intesa per avviare l’iter risale addirittura al 1994. L’accordo attuativo è stato comunque siglato a Roma il 17 luglio del 1997. Una vita fa. In mezzo è successo di tutto. Compreso un progetto del metrò (con Giorgio Guazzaloca sindaco) poi naufragato dopo il ricorso della Regione allora guidata da Vasco Errani. Ma i soldi già stanziati dal Cipe vengono per fortuna salvati e dirottati nel 2012 alla filoviarizzazione della città e, soprattutto, al completamento dell’Sfm. E questo completamento prevede, oltre al restyling di alcune fermate già esistenti, anche la realizzazione di 4 nuove fermate: Prati di Caprara, Zanardi, Borgo Panigale Scala e San Vitale-Rimesse. Ma non solo: con le risorse che si spera arrivino presto si acquisteranno nuovi treni e si potrà finalmente interrare la Bologna-Portomaggiore, eliminando quindi tutti i passaggi a livello.
Già a giugno il gruppo consiliare del Pd, ricevuta la notizia della pubblicazione della delibera del Cipe (del 2016) in Gazzetta, aveva auspicato che si facesse in fretta e che si facessero partire i cantieri il prima possibile. Adesso tocca al governo gialloverde muovere gli ultimi passi per velocizzare una pratica a cui esso stesso tiene moltissimo per migliorare la qualità dell’aria nel bacino bolognese. Secondo le stime fatte due anni fa dalla Città metropolitana e da Legambiente, infatti, era previsto che entro il 2020 (se l’iter dell’Sfm non avesse avuto intoppi) 28 mila automobilisti fossero dirottati sui «trenini» che attraversano la provincia. Ancor di più: a progetto completato si ipotizzano oltre 150.000 spostamenti al giorno e un’utenza potenziale di 795 mila abitanti. Insomma: se così fosse, le strade verrebbero decongestionate un bel po’.
Adesso la palla dell’Sfm ripassa al ministero di Toninelli che ha tutto l’interesse ad accelerare una pratica che da sempre sta molto a cuore all’M5S, che vede in quest’infrastruttura una possibilità (a basso impatto) per arginare traffico e inquinamento.