Sfm incompiuto da 21 anni, il governo: colpa degli enti locali
Fondi ex metrò, è impasse anche sulla Bologna-Portomaggiore
«I soldi per il Servizio ferroviario metropolitano ci sono . Se mai il Comitato tecnico del ministero non si riunisce ancora per dare il via libera all’interramento della BolognaPortomaggiore, perché mancano a oggi dei documenti dalla Regione e da Tper». Così il ministero di Danilo Toninelli risponde a Palazzo d’Accursio sulla questione dei ritardi (annosi) nel completamento dell’Sfm e sulla mancanza delle risorse per completare un progetto vecchio di 21 anni. E chiarisce, entrando nei dettagli tecnici, a che punto sono tutti gli iter dei progetti che dovranno essere realizzati con i fondi dell’ex metrò, dirottati a giugno, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della delibera del Cipe di dicembre 2017, sulla filoviarizzazione della città, sui «trenini» metropolitani e, appunto, sull’interramento della Bologna-Portomaggiore. Un «pasticcio» istituzionale causato anche da tanti soggetti in campo per la realizzazione delle infrastrutture legate ai fondi ex metrò, una vicenda che si trascina dai tempi di Giorgio Guazzaloca sindaco.
Comunque: la prima cosa certa è che le risorse per l’Sfm il ministero dei Trasporti le ha già impegnate per Bologna, dice lo stesso ministro Toninelli dell’M5S, che solo pochi giorni fa aveva «strigliato» l’amministrazione per i ritardi sulle opere. Il progetto è momentaneamente «arenato» perché mancano alcuni passaggi formali. Tper, a cui è in capo la progettazione, deve dare ancora mandato a Rfi per i lavori di realizzazione delle 4 nuove fermate. E non lo ha finora dato, a quanto pare, perché non c’è ancora il collegio di vigilanza che riunisce tutti i soggetti coinvolti nel progetto. Che sono tanti: la Regione (che rimanda la palla a Tper), il Comune (che rimanda la palla a Regione e Città metropolitana), Tper (che rimanda la palla a Rfi). «È tutto molto aggrovigliato», ammette Marco Monesi, delegato ai Trasporti della Città metropolitana. «In realtà — spiega Monesi — stiamo cercando di operare il più celermente possibile, anche se proprio le normative sono gli ostacoli più inestricabili prima di arrivare alla gara. In questi progetti bisogna mettere insieme una pluralità di soggetti, ognuno con le proprie regole». Pare, però, che, scavalcati questi ostacoli burocratici, poi su filoviarizzazione e Sfm si potrà andare a gara. I tempi? Ancora ignoti.
In ogni caso sullo stato d’avanzamento dei progetti da realizzare con i 255 milioni dei fondi ex metrò c’è un intoppo ancor più grande. Ed è quello che riguarda l’interramento della Bologna-Portomaggiore, il «lotto 2», lo chiama il Mit. «La delibera Cipe (di dicembre 2017, pubblicata in Gazzetta a giugno 2018,
ndr) — dicono dagli uffici del ministro Toninelli — ha prescritto che l’utilizzo delle risorse per il lotto 2 venga subordinato al completamento dell’attività istruttoria del Ministero sul progetto definitivo e all’approvazione del Cipe». Insomma, spiega anche Monesi della Città metropolitana, «il lotto 2 è fermo al Mit che deve dire se ritiene ancora valido il progetto approvato nel 2015 dalla Conferenza dei servizi. Se è ancora valido, si sblocca tutto». Peccato che a Roma, dicono dagli uffici del ministro, siano ancora in attesa di alcune «carte» da parte di viale Aldo Moro e di via Saliceto. Fino a quel momento anche l’attesissimo interramento della Bologna-Portomaggiore, che comporterebbe l’eliminazione dei passaggi a livello su strada e quindi il decongestionamento del traffico, dovrà aspettare ancora un bel po’, nonostante il ministero dei Trasporti abbia già sbloccato le risorse.