Tre anni per il restauro del Baraccano
Lavori da 2,8 milioni di euro. Zuppi: a tante chiese servirebbe manutenzione
Nel 2021 potremo ammirare il Baraccano restaurato. Ieri la firma del protocollo d’intesa per il via ai lavori di riqualificazione di tutto il complesso – chiesa, mura, ex convento e portico – da parte dell’Asp, la proprietà, col suo presidente Gianluca Borghi, e della Curia, che ne avrà l’uso e la gestione con l’arcivescovo Matteo Zuppi. Spesa 2.8 milioni di euro. «Altre chiese hanno bisogno di restauri — dice Zuppi —. Stiamo lavorando a un piano di interventi».
” Zuppi
Ci sono altri edifici religiosi che hanno bisogno di lavori Abbiamo la responsabili tà di non sciupare questa bellezza che abbiamo ereditato e di ripensarla come luoghi di vita
Nel 2021 potremo ammirare il Baraccano restaurato. Ieri la firma del protocollo d’intesa per il via ai lavori di riqualificazione di tutto il complesso – chiesa, mura, ex convento e portico – da parte dell’Asp, la proprietà, col suo presidente Gianluca Borghi, e della Curia, che ne avrà l’uso e la gestione con l’arcivescovo Matteo Zuppi.
Tre anni di cantiere, 2.8 milioni di spesa: due dell’Asp, 300 mila dell’Agenzia post-sisma, 400 mila dell’Arcidiocesi e 100 mila della Fondazione Carisbo. Con l’immagine della Madonna della Pace, sul cui altare molti sposi per tradizione vanno a prendere la benedizione, la Chiesa del Baraccano è solo uno dei tanti edifici religiosi che hanno bisogno di manutenzione. «È vero — ammette Zuppi — ce lo ha ricordato di recente il crollo del tetto della chiesa della Santissima Trinità. E poi le chiese di montagna che sono in difficoltà. Abbiamo la responsabilità di non sciupare questa bellezza che abbiamo ereditato e di ripensarla, non come musei ma come luoghi di vita. Stiamo lavorando a un piano di interventi».
La messa della domenica mattina, il primo mercoledì di ogni mese con l’associazione Pax Christi che organizza una veglia di preghiera per la pace e il rispetto dei diritti umani, il Baraccano si caratterizza «per essere un santuario di accoglienza e di pace», ha detto Zuppi. Un restauro importante che potrebbe essere un’occasione per il Comune per ripensare tutta l’area, oggi un parcheggio asfaltato (sarebbe meglio interrato) che di certo non valorizza la piazza e il grande voltone che sfonda su via Santo Stefano.
L’Asp intanto sta progettando insieme al Comune e al Quartiere Santo Stefano l’idea di realizzare un museo storico del welfare bolognese nell’altra parte del complesso del Baraccano, quella che si affaccia su via Santo Stefano, dove ci sono gli uffici di quartiere e dove sono conservati oltre 4.000 reperti di Asp derivanti dal patrimonio delle ex Opere pie cittadine.