Corriere di Bologna

Fontana del Nettuno Merola: «Presto un summit per le barriere trasparent­i»

- P.D.D. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Nel 1566 alla fontana del Nettuno andavano le lavandaie a lavare i panni. Oggi invece la fontana è riconosciu­ta come opera d’arte e come tale va tutelata. Io credo che dovremmo utilizzare forme di protezione leggere, sfruttando tecnologie che abbiamo a disposizio­ne come le telecamere. Per preservarl­a e al contempo per salvare la fruibilità visiva del nostro capolavoro». Così il sindaco Virginio Merola torna sulle misure da mettere in campo per tutelare uno dei simboli di Bologna dopo il recente restauro. «A novembre - continua Merola - incontrere­mo la Soprintend­enza per capire quali sono le migliori forme di tutela, non so se saranno barriere trasparent­i o altro. Vedremo, è tutto da discutere perché l’operazione è molto delicata. Intanto la tutela dei vigili urbani dal primo agosto c’è e poi gli atti vandalici non sono stati tanti, qualcuno che ha provato a fare il bagno e cose di questo tipo».

Nel frattempo il sindaco ha ricevuto la campagna fotografic­a realizzata dall’editore bolognese Scripta Maneant, che l’ha donata al Comune perché finisca nei suoi archivi e venga messa a disposizio­ne di cittadini e studiosi. Anche in vista di futuri lavori di restauro che si dovessero rendere necessari, visto che le foto sono state realizzate in scala 1 a 1 e da posizioni inedite, sfruttando le impalcatur­e che hanno circondato per un anno e mezzo «il Gigante». L’editore Scripta Maneant è «un’eccellenza della nostra città» sottolinea Merola, che ne ricorda anche il lavoro fatto in Vaticano sulla Cappella Sistina. In quest’occasione ha realizzato un’edizione di pregio in 777 esemplari in italiano ed inglese, 120 pagine con copertina in pelle nera, scritta in oro e un bassorilie­vo artigianal­e in metallo. Un prezioso libro d’arte sul capolavoro tardo-rinascimen­tale frutto della collaboraz­ione tra il legato pontificio Pier Donato Cesi, il pittore Tommaso Laureti e lo scultore fiammingo Jean de Boulogne, meglio noto come il Giambologn­a, che a Bologna riuscì realizzare quel Nettuno che gli era sfuggito a Firenze perché affidato al rivale Bartolomeo Ammannati. All’interno vi sono raccolte le immagini di Carlo Vannini e Gianni Grandi, a cui si aggiungono una nota di Merola e un testo di Giancarlo Benevolo di Bologna Musei. Un’altra versione, decisament­e più economica e di dimensioni ridotte, sarà invece destinata alle librerie. «È una grande festa per celebrare un simbolo restituito a Bologna – precisa il direttore editoriale Federico Ferrari – con la possibilit­à di vedere il Nettuno come nessuno l’ha mai visto, osservando dettagli che non si vedrebbero».

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Opera d’arte Il monumento simbolo della città restaurato
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Scala 1 a 1 Uno degli scatti con particolar­e del Nettuno

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