Il terrore seminato da Igor rivive in tribunale
Inizia oggi il processo allo spietato killer. Ci saranno i Verri, non la vedova Fabbri
Si collegherà in videoconferenza dalla sala colloqui del carcere di Zuera, in Aragona, dove è detenuto dal gennaio dell’anno scorso per la mattanza nelle campagne d’Aragona, il triplice omicidio commesso poco prima che calasse il sipario sulla sua lunga latitanza. La sua immagine verrà proiettata nell’aula 9 del Tribunale di via Farini, dove sono già stati installati due schermi. Questa mattina Norbert Feher, alias Igor il russo, comparirà per la prima volta davanti a un giudice italiano per gli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri e il ferimento del collega Fausto Ravaglia.
E per la prima volta Francesca ed Emanuele Verri, i figli della guardia ecologica volontaria uccisa a Portomaggiore sette giorni dopo l’omicidio del barista di Budrio, incroceranno lo sguardo dell’uomo che li ha privati di un bene così prezioso: «Non sarà facile ma lo guarderò negli occhi, non so che reazione avrò — dice Francesca —. Giustizia? Ci vorrebbe
” Francesca Verri Non sarà facile ma lo guarderò negli occhi Giustizia? Ci vorrebbe un ergastolo per ogni persona che ha fatto soffrire
un ergastolo per ogni persona che ha fatto soffrire, anche se mio padre non tornerà mai più. Ma vogliamo andare in fondo anche sul corto circuito istituzionale che ha mandato mio padre incontro a una morte certa», dice riferendosi al ricorso alla Corte europea inoltrato dal loro legale, avvocato Fabio Anselmo.
La prima udienza davanti al giudice Alberto Ziroldi (ne è stata fissata un’altra il 28 novembre) si aprirà con le costituzioni di parte civile. Non ci sarà Maria Sirica, la vedova di Fabbri, che sarà rappresentata dall’avvocato Giorgio Bacchelli che assiste anche il padre di Fabbri. La difesa di Igor, avvocati Cesare Pacitti e Gianluca Belluomini, è intenzionata a chiedere l’abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica, come suggerito dal consulente di parte Vittorio Melega e come già fatto dai giudici spagnoli. Il giudice a quel punto dovrà decidere se concedere una perizia, e in quel caso dovrà nominare un esperto e assegnare i termini, o optare per l’abbreviato semplice.
Il killer serbo potrà chiedere in qualsiasi momento di rendere dichiarazioni spontanee. A quanto pare è orientato ad ammettere le proprie responsabilità per gli omicidi italiani, sarebbe la prima volta visto che ha fatto scena muta davanti al pm Marco Forte e al procuratore Giuseppe Amato che sono andati a interrogarlo in Spagna. Intende però fornire le proprie spiegazioni di quella escalation di sangue iniziata con il delitto Fabbri.
Agli psichiatri spagnoli che lo hanno sottoposto a perizia ha detto ad esempio di aver ucciso i due agenti della guardia civil per difesa personale: «Se non avessi sparato gli agenti mi avrebbero ucciso, mentre ero convinto che l’agricoltore avesse in mano una pistola. Così ho fatto fuoco. Conosco l’anatomia umana e sapevo dove sparare», ha detto loro.