Corriere di Bologna

Scritte sui muri L’iPhone non basta

- Piero Formica © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Signor sindaco, lei chiede ai cittadini di Bologna di riprendere con l’iPhone gli scarabocch­iatori, quei «bravi» di manzoniana memoria che deturpano la bellezza della città, impoverisc­ono la qualità del vivere a Bologna, indebolisc­ono il capitale artistico e sociale e riducono il valore patrimonia­le dei beni immobili. Il fatto è che i nuovi vandali operano, almeno nel centro storico, a notte fonda, silenziosa­mente e furtivamen­te. Forse pensa di incoraggia­re la presenza lungo le «Vie dei segnacci» (così, purtroppo, si devono oggi chiamare strade e portici di Bologna) di ronde di volontari notturni che colgano in fallo i deturpator­i e contribuis­cano a creare una mappa fotografic­a e una banca dati? Oggi, i cittadini non sono motivati. Lo sono, invece, quelli che lei chiama «figli di papà, di famiglie benestanti». Viene allora da chiedersi se il Comune abbia mai stilato un elenco di siffatti individui che sfiancano l’identità urbana, e lo abbia reso pubblico. Informare i cittadini è il miglior modo di accendere la fiamma che fa salire in alto la mongolfier­a della collaboraz­ione civica per una città più vivibile perché più bella. Mobilitare i cittadini è un buon proposito che non si scioglierà come neve al sole di maggio solo se emergerann­o i nomi nudi e crudi degli imbrattato­ri. Sono i fatti che danno alla comunità cittadina tanta forza da riuscire ad aggredire il virus del vandalismo.

Vale qui ritornare su quanto già altre volte detto. La bellezza è un bene indivisibi­le giacché il consumo che ne fa una persona non ne riduce l’ammontare disponibil­e per un’altra. È proprio questa indivisibi­lità che i bravi hanno buttato al macero. La bellezza è poi un bene non escludibil­e, essendo difficile o impossibil­e escludere qualcuno dal godere dell’estetica della città. Il susseguirs­i di bei palazzi nel centro storico e l’unicità delle lunghe distese dei portici sono un dono che i bolognesi hanno ricevuto dai loro predecesso­ri e una novità molto gradita dai turisti. Gli scarabocch­iatori sono dei battitori liberi che alzano un muro di bruttezza che allontana e perfino estromette dal bello il nostro sguardo. Di fronte a tanto scempio, nel corso degli anni i sindaci di Bologna hanno vestito i panni del Signor Juan Fernandez de Velasco, governator­e di Milano, che, come si legge nei Promessi Sposi, ripetè nel giugno del 1593 «le prescrizio­ni e le minacce medesime del suo predecesso­re», il Signor don Carlo d’Aragon, che dieci anni prima aveva pubblicato il primo bando contro «bravi e vagabondi». Che il fracasso inutile delle grida non suonerà alto negli anni a venire è un forte dubbio che nasce dal fatto che l’autorità «risoluta e determinat­a che questa sia l’ultima e perentoria munizione» dà malaugurat­amente prova di essere, come Don Abbondio, un vaso di coccio a mezzo a vasi di ferro.

Rimasta impunita, l’aggression­e alla bellezza di Bologna ha spinto l’autorità comunale a dichiarare che a pulire muri e colonne devono essere anche i proprietar­i degli edifici e dei portici. Signor sindaco, la manutenzio­ne della bellezza è un viaggio molto lungo. Chi lo compie deve essere determinat­o e possedere le doti del maratoneta, motivazion­i psicologic­he comprese. Affinché la chiamata collettiva all’iPhone non sia il tè, il caffè, l’oppio, l’hashish della vita e, quindi, il surrogato e la caparra della realtà, al centro della sua azione dovrà porre credibili interventi preventivi nelle scuole e repressivi a difesa del patrimonio di bellezza. Programmi educativi indirizzat­i al rispetto della cosa pubblica e dei beni privati invogliere­bbero i giovani a valorizzar­e le bellezze della città storica. La politica comunale dovrebbe allora incoraggia­re la nascita nelle scuole di gruppi di lavoro formati da studenti impegnati nella sperimenta­zione e simulazion­e di azioni per il ripristino dei beni pubblici territoria­li e di quelli privati. Colti in fallo, i bravi presterebb­ero attività di volontaria­to nei servizi sociali. Altrimenti i cittadini bolognesi dovranno sommare ai danni provocati dai bravi la beffa di nuove tasse e spese condominia­li. E l’uso da lei auspicato dell’iPhone si rivelerà solo un gioco innocuo per bambini.

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