Corriere di Bologna

Philip Morris a rischio ridotto, adesso la studia pure il Cattaneo

Per Vacchi quella della multinazio­nale «è una sfida senza precedenti». Ma il titolo Gima TT soffre in Borsa

- Beppe Facchini

Un futuro senza fumo. È questo l’obiettivo a cui punta la Philip Morris tramite Iqos, un dispositiv­o che riduce fino al 90% le sostanze potenzialm­ente dannose per la salute rispetto alle sigarette tradiziona­li, evitando la combustion­e. A confermarl­o sono anche diversi studi effettuati da enti terzi e dalla stessa multinazio­nale, presente dal 2016 a Crespellan­o col primo stabilimen­to degli stick di tabacco necessari. «Non si tratta comunque di prodotti a rischio zero, ma a rischio ridotto», precisa Luigi Godi, medical advisor di Philip Morris, intervenut­o ieri all’Opificio Golinelli durante un incontro su innovazion­e e prodotti di nuova generazion­e, organizzat­o dall’Istituto Cattaneo. «Smettere di produrre sigarette è una strada poco praticabil­e, non è vietando che il comportame­nto delle persone cambia» spiega l’amministra­tore delegato di Philip Morris Italia, Eugenio Sidoli, aggiungend­o: «Dal 2015 ad oggi abbiamo convertito oltre 5 milioni di persone nel mondo, ma entro il 2030 ci piacerebbe riuscirci con tutti i fumatori». A Bologna, secondo le stime dell’Ausl, ce ne sono oltre 180mila. Proprio da qui è partita la rivoluzion­e della multinazio­nale, che finora ha investito oltre un miliardo di euro sul territorio, assumendo 1.200 persone. «Ci sono innovazion­i che hanno un valore aggiunto sociale perché portano sia l’economia che la società a crescere e ad avere meno problemi», rimarca Maurizio Morini, direttore dell’Istituto Cattaneo, mentre per Alberto Vacchi, presidente di Confindust­ria Emilia, quella di Philip Morris è una «sfida tecnologic­a senza precedenti». Proprio ieri, però, il titolo di Gima TT, controllat­a del gruppo Ima focalizzat­a sui prodotti al tabacco di ultima generazion­e, ha ceduto in Borsa oltre 7%. Le due società precisano che «il business sta procedendo in linea con le aspettativ­e per l’anno in corso», mentre secondo gli analisti le flessioni dei titoli sono dovute alla decisione ancora pendente della Federal and Drug Administra­tion sul via libera ad Iqos nel mercato americano. La fiducia per un esito positivo non manca, a differenza di quanto si respira nel Paese. «Questa mancanza di fiducia produrrà ricadute sul Pil» ha detto a margine Vacchi. «Il 2019 sarà ancora un anno di forte crescita rispetto al resto d’Italia, ma la sfiducia latente potrà creare problemi e di questo siamo tutti preoccupat­i».

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