Virtus, inizio super Da grande in Europa ora tocca a Venezia
Il poker europeo della Virtus è tutt’altro che da sottovalutare. L’esultanza a pugni chiusi sotto la curva di Pino Sacripanti al termine della partita con Bayreuth racconta quanto i bianconeri tengano alla Champions League. Fin qui, la Segafredo è stata brava a sfruttare un calendario favorevole con tre partite su quattro in casa, ma le quattro vittorie non possono essere sminuite. Nella sua storia — questa è la trentesima partecipazione alle coppe europee per la Virtus — solamente in quattro occasioni si è avuta una partenza migliore (Coppa Campioni 1980-81 con 10 vittorie, Saporta Cup 1999-2000 con 12, Eurolega 2001-02 con 6 ed Eurochallenge 2008-09 con 5): in tre casi si è raggiunta la finale e in uno si è vinto il trofeo (Eurochallenge 2008-09). Si tratta di un semplice dato statistico, ma vincere in Europa non è mai banale e anche i successi larghi con Ostenda e a Lubiana non vanno deprezzati perché i belgi hanno poi battuto il Neptunas e gli sloveni sono andati a loro volta a vincere a casa dei belgi: una serie di incastri che valorizza ulteriormente l’ottimo tabella di marcia portata avanti dalla Segafredo nelle spedizioni europee. La caccia alla quinta scatterà mercoledì prossimo a Istanbul contro il Besiktas, ma prima ci sarà una partita durissima in campionato al Taliercio contro la Reyer Venezia, capolista imbattuta alla pari con Milano. Con questa trasferta si esaurirà il ciclo di ferro di questo avvio di stagione della Segafredo, messa di fronte, nelle prime cinque giornate, alle tre squadre migliori del campionato. Affrontata alla pari l’inavvicinabile Armani, i bianconeri hanno espugnato Avellino e ora si confronteranno con i campioni d’Italia 2017. La Reyer è uno squadrone a tutti gli effetti, la principale antagonista dell’Olimpia, e la Virtus dovrà alzare ulteriormente il suo livello per giocarsela domenica: in questo inizio di stagione gli uomini di Sacripanti hanno dimostrato di saper alzare molto l’asticella. De Raffaele ha infatti un organico profondissimo, un arsenale sconfinato che gli permette di ruotare 12 giocatori nonostante siano fuori Washington e Mazzola. Venezia è forse l’unica formazione che può avvicinarsi a Milano proprio per la lunghezza del roster (il ceco Kyzlink gioca solo in coppa) e ovviamente la qualità. Con un reparto centri che può alternare Watt, Vidmar e Biligha per la Virtus sarà fondamentale recuperare il suo capitano e pivot titolare Brian Qvale.