Il Genoa vuole lo scudetto del ‘25 Stizza Bologna: «Demagogia»
Un libro e un video riaprono la contesa del campionato di 93 anni fa Preziosi: «Dateci l’ex aequo». Ma l’ad Fenucci: «Inaccettabili ombre»
Una ripartenza mediatica e una richiesta fuori tempo massimo. È quella che arriva da Genova sponda rossoblù che con il libro «La Stella Negata al Grande Genoa» (ora in uscita), un video animato a corredo dello stesso e un’intervista rilasciata ieri alla Gazzetta dal suo presidente Preziosi rivendica l’assegnazione, «ex aequo», dello scudetto del 1925 vinto dal Bologna dopo le famose 5 finali. L’ultima delle quali disputata in agosto in un campo della periferia milanese a porte chiuse, dopo fortissime tensioni e colpi di pistola (un paio, non trenta) fra tifosi nel terzo e quarto match.
La cronaca sportiva oggi fa un passo indietro di 93 anni, lasciando per un attimo in pace Inzaghi e i suoi giocatori. Stupore ieri sotto le Due Torri.
Il Genoa vuole riaprire il caso? Anche il Torino voleva farlo con lo scudetto revocato nel ’27 e non assegnato al Bologna arrivato secondo, ma in Federazione non è arrivato niente di ufficiale: impresa complicata del resto. Lo farà il Genoa? Nel pomeriggio di ieri è arrivata l’elegante risposta del Bologna sul proprio sito. Toni low profile, per dirla all’inglese, come il nome della squadra ligure: «Siamo convinti che argomenti così complessi e lontani nel tempo non possano essere affrontati in maniera semplicistica e demagogica. Soprattutto non possiamo accettare che la tentazione, oggi molto diffusa, di riscrivere l’Albo d’Oro del calcio italiano porti a gettare ombre sulla storia del Bologna», è il passo di commiato della nota. Nelle precedenti righe l’amministratore delegato Claudio Fenucci, dispiaciuto di leggere sul giornale di un ricorso genoano, faceva notare come l’atteggiamento del Bfc, pur rispettoso di tutte le iniziative dei tifosi rossoblù riguardo al titolo revocato al Torino, «ha sempre mantenuto un atteggiamento di grande rispetto nei confronti degli organi federali» e «abbiamo sempre evitato di reclamare pubblicamente, in sedi non opportune, l’assegnazione del titolo del 1927».
Storie vecchie, archiviate, difficili da trattare oggi dopo un secolo e che, come sottolinea il club e Carlo F. Chiesa, attento storico delle vicende rossoblù, sponda Bo, «quelle finali erano per decretare il vincitore della Lega Nord: la vera finale fu con l’Alba Roma, che non esiste più». Quindi, «è una vera e propria aberrazione giuridica la pretesa in base alla contestazione di episodi che si riferiscono di fatto era una semifinale. La finale evidentemente viene considerata un dettaglio trascurabile». Che la Lega Nord vincesse sempre su quella Sud lo dice la storia, ma nello sport non si sa mai. Sulla base di questa presunzione però proprio al Genoa nel 14/15 fu assegnato uno scudetto senza disputare la finale con la Lazio (scoppiò la guerra) e addirittura a tornei non conclusi. La Lazio pochi anni fa ha contestato inutilmente quell’assurdità. Tanto per dire quanto sia complicato riaprire certe vicende. Chiesa solleva infine altre inesattezze nella versione genoana in merito al ruolo in quella vicenda di Arpinati, famoso per la sua coerenza morale, «ruolo che, in seguito a un carteggio della figlia con Sabatini, dirigente rossoblù dell’epoca, venne corretto anche da Antonio Ghirelli nella seconda edizione della sua “Storia del Calcio in Italia” edita da Einaudi».
Le irregolarità
Reti della porta bucate, invasioni di campo, intemperanze. Spareggi infuocati