Leunen, tanti punti e concretezza «Vincerle tutte, senza distrazioni»
Una delle sorprese della Fortitudo imbattibile di questa stagione
Maarty Leunen, sabato scorso a Jesi ha segnato solo 4 punti, prima partita poco brillante da quando è alla Fortitudo, ma è stato lo stesso molto apprezzato. Forse perché si è visto per la prima volta il giocatore tutta sostanza e poca apparenza che ci si aspettava?
«Ma io non sono mai stato un grande realizzatore, sono sempre il giocatore che fa quel che serve alla squadra, credo che si sappia. Poi diciamo che quando si vince e tutto va bene è più facile accorgersi anche di chi è meno in vista e non segna tanto».
Nelle sue prime 6 partite ufficiali, 17.1 punti di media con percentuali mostruose, 77% da due e 58% da tre.
«Non sono certo un animale da uno contro uno, quando segno tanto è perché i miei compagni mi trovano, creano gli spazi e le condizioni. Ma onestamente non mi aspettavo di partire così forte, da moltissimi anni non giocavo con tanta responsabilità in attacco.».
Fa un po’ ridere, ma in estate c’era chi mugugnava: Leunen non è un 5, Leunen non è atletico, Leunen non ha mai fatto l’A2…
«Tutti problemi che sinceramente non ci siamo mai posti. Chiaro che l’A2 è diversa, con due soli americani mi aspettavo ovviamente di essere più coinvolto in attacco, ma dovunque si va verso un basket in cui le differenze tra i
” Gli obiettivi Le emozioni ci saranno, meglio arrivare prime ed evitare i playoff. In A dobbiamo arrivarci
ruoli contano sempre meno».
Un primo mese così trionfale non ve lo aspettavate nemmeno voi?
«Ci speravamo, sapendo di essere un buon gruppo. E ci tenevamo a partire bene, avendo tante avversarie forti all’inizio. Ma sono solo 5 partite, ne mancano altre 25 e bisogna stare lì con la testa. Che è la parte più difficile del compito, visto che tecnicamente e fisicamente abbiamo già dimostrato di esserci».
I tifosi fanno tabelle, c’è chi dice che con 4-5 sconfitte su 30 si arriva comodamente primi.
«Discorsi che non mi piacciono, e non ci entro. L’obiettivo è vincerle tutte, contro tutti, senza pensare che ci siano partite più facili di altre. Di facile non c’è mai niente, a cominciare da sabato con Mantova. E le avversarie che hanno avuto problemi si riprenderanno. Montegranaro poi è imbattuta come noi, gioca bene, tra un paio di settimane andremo a casa loro a vedere chi ne ha di più».
Giocando così, sarebbe quasi un peccato non fare i playoff…
«Ma quello è l’obiettivo… Emozioni ce ne saranno lo stesso, non sarà una stagione noiosa: se possibile, meglio arrivare primi ed evitarli. E fare anche vacanze più lunghe».
L’altro ieri era a vedere la Virtus col Bayreuth, i tifosi non l’hanno accolta benissimo…
«Ma sì, pazienza: gioco nella squadra rivale, potevo aspettarmelo. Ero andato per salutare un amico, Adonis Thomas, che gioca coi tedeschi. Sono un appassionato e guardo tutte le partite possibili, dall’Nba all’Eurolega a quelle dei nostri under 18».
L’A1 è davvero così più dura dell’A2? La Fortitudo cosa dovrà fare?
«Sì, c’è una discreta differenza. Troppi stranieri in più, quindi più atletismo, più stazza, soprattutto dinamiche diverse all’interno delle squadre. La Fortitudo? Prima deve arrivarci».