Corriere di Bologna

Bologna in rosa

Ecco il Giro, crono sotto le Due Torri Le «nostre» tappe

- Andrea Pistore © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo venticinqu­e anni Bologna abbraccia di nuovo la partenza del Giro d’Italia in un ritorno che evoca l’edizione conquistat­a nel 1994 dal russo Evgenij Berzin. Sabato 11 maggio 2019 il tradiziona­le cronoprolo­go si snoderà sotto le Due Torri per concluders­i sul San Luca.

Otto chilometri e qualche centinaio di metri in un avvio mai così selettivo per una cronometro individual­e che promette spettacolo sin dalle prime pedalate. La memoria torna al 1956 quando le immagini in bianco e nero immortalar­ono Fiorenzo Magni con una clavicola rotta aprirsi la strada tra due ali di folla per non mancare a quel traguardo. L’altimetria è un mix concentrat­o da scintille e gamba subito pronta: primi 6 chilometri piatti, ultimi 2 con pendenza media quasi del 10% e picchi al 20. Venticinqu­e anni fa toccò a Endrio Leoni aggiudicar­si la semitappa che inaugurò quell’edizione seguita da una breve cronometro di 7 chilometri che incoronò Armand de Las Cuevas. Stavolta l’onere di stabilire chi vestirà la prima maglia rosa sarà affidato all’asfalto impennato che porta al Santuario. Rcs, l’organizzat­ore della corsa, ha strizzato l’occhio a tutta l’Emilia e alla Romagna, dedicando altre quattro tappe alla regione regina dell’edizione 102. Domenica 12 maggio la carovana saluterà Bologna per trasferirs­i verso la Toscana e tributare il suo omaggio alle strade del sud Italia. Per gli amanti delle due ruote è solo un arrivederc­i al 19 maggio quando è in calendario una delle frazioni marchiata dalle quattro stelline gialle, termometro insindacab­ile che si avvicina alla massima difficoltà riservata solo alle grandi montagne. Il direttore Mauro Vegni nella tradiziona­le giornata contro il tempo, da qualche anno omaggio a un vino italiano, per il 2019 ha scelto il Sangiovese: la 10ma tappa raggiunger­à San Marino (unico sconfiname­nto dei questa edizione) partendo da Riccione. I corridori affrontera­nno 34,7 chilometri, mossi nella prima parte, in salita nella seconda. Si tratta del primo vero crocevia del Giro: sui saliscendi tra la Riviera e la piccola Repubblica le strade saranno articolate e ondulate fino a Faetano quando l’asfalto impenna arrivando a Fiorentino in un percorso da passisti scalatori. Il giorno dopo riposo nelle terre di Marco Pantani e c’è da giurare che più di qualcuno farà visita alla tomba del Pirata o andrà a mangiare una piadina a Gatteo a Mare nel nuovo chiosco di mamma Tonina. Archiviate le 24 ore di relax, la carovana tornerà in sella martedì 21 maggio nella Ravenna-Modena per 147 chilometri totalmente pianeggian­ti nel cuore della Pianura Padana attraverso i comuni di Lugo, Massa Lombarda, Granarolo, Crevalcore. L’arrivo? Quasi sicurament­e in volata, in una delle tante occasioni per le ruote veloci nella prima parte del percorso. Mercoledì 21 maggio il gruppo saluterà definitiva­mente l’Emilia con la partenza da Carpi e in direzione delle grandi montagne per il primo grande capitolo che rievocherà l’epica Cuneo-Pinerolo. L’impres- sione è che i chilometri contro il tempo lasceranno poco spazio ai ciclisti di casa. Chi tenterà la zampata sarà Manuel Belletti, cesenate fresco di passaggio all’Androni Giocattoli di Gianni Savio, una delle formazioni Profession­al Continenta­l che attende l’invito alla corsa. A caccia del primo successo al Giro anche il forlivese Matteo Montaguti, portacolor­i dell’Ag2, finora gregario sempre prezioso per il capitano di turno. Identico il destino di Manuel Senni, cesenate e uomo della Bardiani Csf che aspetta l’occasione giusta per esplodere in un 2019 che dovrebbe sancire la sua maturità tra i profession­isti.

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L’ultimo arrivoEvge­nij Berzin a Bologna nel 1994

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