Pippo, gli alibi, i pianti e la iella Ora basta favole
Dalle conferenze stampa di Pippo Inzaghi si esce straniti, catapultati in una realtà parallela, quasi con la sensazione di essere stati presi in giro. Quando non vince, e accade spesso, è sempre a causa di improbabili allineamenti di pianeti, congiure di eventi occulti, accanimento della sfiga. Non è mai, ad esempio, per errori suoi o dei suoi giocatori. Gli avversari hanno sempre una rosa incredibile, anche quelli che spendono meno del Bologna. Rose incredibili che però, attenzione, non mettono mai sotto la nostra, eppure in qualche modo il fato ci è avverso. Avendo un passato glorioso da calciatore, si è guadagnato la deferenza e il rispetto per evitare la comparsa di spietate ironie sull’arte del pianto: a uno come Walter Mazzarri arrivarono alla terza partita. Inzaghi predica realismo ma dopo il novantesimo ne sveste i panni con troppa facilità. Secondo lui sono i rimpalli il problema, non le sempre più evidenti lacune tattiche o il valore della rosa messagli a disposizione dalla società. Resta da capire come inquadrare episodi tipo la traversa a porta vuota colpita da Matri, o il gol mangiato da Zaza. Squarcio di natica? La classifica del Bologna è veritiera: 0,81 punti a partita è quanto questo club oggi ha da offrire. Per questo domenica è la partita della vita. Fortunatamente per il Bologna tra l’energia e le barricate con contropiede di Inzaghi e la spuma incrollabile alla quale Gian Piero Ventura costringe il suo Chievo, il vantaggio strategico è per i rossoblù. Ventura non fa punti dallo 0-0 di Italia-Svezia che avviò l’eliminazione azzurra dai mondiali. Il realismo, eccolo, ci impone di stare attaccati alla partita: il Bologna non si può in alcun modo permettere di non vincere. Quindi la gara va preparata bene, senza improvvisazioni, e va gestita ancora meglio. Vincere elimina definitivamente il Chievo dalla corsa salvezza e regala un salto in alto da tre punti dal valore inestimabile. Perdere riapre i giochi, e il baratro. È la partita più importante della stagione. Sappiamo benissimo che, come fu per il suo predecessore, i guai di Pippo cominciano con il lavoro della dirigenza. Forse fa brutto dirlo, visto il divario tra le presunte ambizioni e gli status delle società, ma oggi le rivali del Bologna sono queste: Chievo, Frosinone, Empoli. Quindi forza e coraggio, fuori la rabbia, domenica al Bentegodi passa una fetta di salvezza ed è alla portata dei rossoblù.