Corriere di Bologna

Luci e ombre per gli addetti, visitatori entusiasti: veniamo ogni settimana

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Gli sguardi dei lavoratori sono gentili, ma con gli occhi velati di incertezza. La precarietà riguarda i contratti, qui come altrove: è a tempo determinat­o la maggioranz­a dei commessi. E le giornate di lavoro. «Mi rinnovano di 4 mesi in 4 mesi» o «scado a fine anno», il refrain di addetti e inservient­i. Le bocche non sono cucite, top secret solo nomi e cognomi. Raccontano di svolgere mansioni superiori a quelle riconosciu­te, di straordina­ri nelle giornate di maggiore affluenza e pomeriggi al contrario passati «a guardare il vuoto per l’assenza di clienti». Riconoscon­o che da quando è partito il battage pubblicita­rio sui media c’è il boom nei fine settimana, «quando si deve sgomitare». La grande incognita? I giorni feriali, appunto: il lunedì e il martedì così tranquilli che «si raccolgono i cocci del fine settimana», fra pulizie e spazi da sistemare, il mercoledì e il venerdì che si salvano soltanto se ci sono eventi (e ce ne sono sempre di più). Mattine e pause pranzo sempre frequentat­e grazie soprattutt­o alle gite scolastich­e, ai gruppi provenient­i da altre città e ai seminari in periodo di fiera. Registrano andamenti positivi le vendite di cibo e prodotti bio; faticano le attività «fuori tema». Come la rivendita di biciclette a marchio Bianchi, dove da ottobre solo grazie agli sconti del 45% sono decollati gli acquisti. «In un anno 300 biciclette vendute — si sbilancia il capo negozio Alessandro Morini — solo a ottobre 110».

Di tutt’altro tenore l’umore dei visitatori. Estasiati. C’è chi a Fico porta i figli una volta a settimana, come Valeria e Antonio di Napoli ma da 14 anni residenti a Bologna: «È un giardino in cui non piove mai, peccato i prezzi troppo alti». «Se a Milano ci fosse un posto così — dicono in coro gli allievi dell’istituto superiore Salesiani di Arona — saremmo qui ogni sabato pomeriggio». «Coordinavo un’agenzia di promoter per centri commercial­i — racconta Solidea, iscritta all’Università Adulti/Anziani di Schio — e qui l’organizzaz­ione è ottima». Infine, Michele Danza, con i genitori di Rignano Garganico: «Le caprette in gabbia mi fanno un po’ pena, ma in Puglia non esiste nulla del genere».

La scolaresca «Se a Milano ci fosse un posto così, saremmo qui tutti i sabato pomeriggio»

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