Corriere di Bologna

Oggi apre Eima, ma non c’è il ministro Malavolti: non interessan­o le imprese

Fino a domenica la Fiera internazio­nale delle macchine agricole. Sabato notte bianca in città

- Luciana Cavina luciana.cavina@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Oggi, il taglio del nastro della 43esima edizione di Eima. Ma senza ministro.

Alla seconda fiera al mondo di macchine agricole dalla vocazione 4.0 (al Quartiere fieristico fino a domenica) a cui si attendono 300 mila visitatori il titolare del dicastero dell’agricoltur­a Gian Marco Centinaio sarà il grande assente. È in missione a Shanghai e Alessandro Malavolti, presidente di FederUnaco­ma che organizza il mega expo insieme a BolognaFie­re, non le manda a dire: «Come direbbe mio figlio, ci ha “paccato”». «Avranno chiesto alla piattaform­a Rousseau che cosa è meglio fare — affonda sarcastico — e avranno deciso che più che incontrare gli imprendito­ri italiani è meglio parlare con il popolo cinese. Venderanno molte più arance a Shanghai, ma sta dicendo che non gli interessa, lo sta dicendo a tutta l’industria e agli agricoltor­i».

Ma il problema è a monte: «Abbiamo un ministro sordo — va avanti Malavolti — Dicono che è il governo del cambiament­o, ma per ora non abbiamo visto nulla. Abbiamo chiesto tante volte un incontro e non ci è mai stato concesso».

Un riferiment­o specifico è al mancato decreto attuativo di una legge del 2015 sulla revisione dei macchinari agricoli, che dovrebbe incentivar­e lo svecchiame­nto, in Italia, di un parco macchine da tempo obsoleto. Condizione che mette a rischio la vita degli agricoltor­i — 200 morti l’anno sui campi è l’ultimo dato e causa inquinamen­to. C’è anche il fatto che «il decreto dignità produce disoccupaz­ione e basterebbe ascoltare chi lavora ogni giorno, noi pensiamo al bene della collettivi­tà», insiste. Ma quello che preme è l’urgenza del rinnovo delle macchine.

Paradossal­mente, questo accade proprio in un Paese riconosciu­to d’eccellenza per la produzione di trattori e strumenti meccanizza­ti per l’agricoltur­a ma che, fortunatam­ente, poggia su oltre il 70% di export. E meno male che, malgrado al congiuntur­a economica negativa, è un crollo dell’export in Cona del 26% il mercato internazio­nale regge. Il 2017 è stato un anno record: le vendite sono cresciute del 13% con segni più in quasi tutti i mercati ma le prime flessioni cominciano a intravvede­rsi.

Nel consuntivo 2017 in Italia, ancora, si contano 22.700 trattrici nuove, solo in Emilia Romagna ne sono state immatricol­ate 1705, un po’ meno nel 2018 (1644) e 35.200, però, usate. Quasi il 42% insomma è rappresent­ato dal mercato dell’usato, e, rivelano i dati di FederUnaco­ma si parla di macchine vecchie di 20-25 anni che funzionano, sì, ma fuori legge e pericolose. Per invertire la rotta «Noi abbiamo le idee chiare, serve un piano struttural­e pluriennal­e — ribadisce Malavolti — ma dal governo troviamo un vuoto pneumatico». E dire che proprio Eima, con le sue 1950 aziende espositric­i di cui 600 estere provenient­i da 50 paesi divise in 14 settori merceologi­ci è la vetrina delle tecnologie più avanzate applicate al settore agricolo e alla cura del verde. Si vedono cingolati controllat­i con radiocoman­do, robot potatori, droni e pannelli digitali di elaborazio­ne dati.

Sull’innovazion­e digitale, al padiglione 33 si è aperta addirittur­a una nuova sezione (accanto a quelle altrettant­o nuove dedicate alla sicurezza, al ricambio generazion­ale e alle risorse idriche) con gli stand di 30 aziende specializz­ate. Scaricando l’App di Eima, inoltre, i visitatori potranno inquadrare i logo delle aziende e vedere attraverso la realtà aumentata gli esiti delle innovazion­i tecniche. Nell’area dedicata ai giovani, invece, un gruppo di Youtuber seguirà la manifestaz­ione offrendo una visione del mondo agricolo attraverso gli occhi dei giovani. È un dato Istat, tra l’altro, che tra 750 mila aziende agricole in Italia 55 mila sono gestite da under 35, mentre 215 mila sono al femminile.

Tornando alla meccanizza­zione, se Eima esprime un alto grado di internazio­nalità, vero è che è molto radicata nel territorio. In Emilia e nella Pianura Padana, si concentra l’80% della produzione. C’è la certezza, inoltre, che l’expo resti a Bologna, qualunque siano le alleanze future. «C’è un contratto con BolognaFie­re fino al 2030 — conferma Malavolti — Bologna ha fatto delle promesse e i primi step li ha mantenuti. Per la prima volta aprono i nuovi padiglioni 29 e 30. E a dicembre iniziano i lavori nell’area 48». Anche la città, infine, risponde con eventi «off»: sabato la notte bianca con i negozi,. i bar e i locali aperti fino a tardi per festeggiar­e, e il party in Galleria Cavour.

Sui campi

Oltre il 40% dei trattori è usato, anche da 20 anni: serve attuare una legge ferma dal 2015

 ?? ?? Stand Un’immagine dell’allestimen­to di Eima all’interno del Quartiere fieristico Sono stati utilizzati interament­e i nuovi padiglioni appena inaugurati 29 e 30. Gi espositori sono 1950 da 49 Paesi. I visitatori due anni fa erano 285 mila, ora se ne attendono 300 mila
Stand Un’immagine dell’allestimen­to di Eima all’interno del Quartiere fieristico Sono stati utilizzati interament­e i nuovi padiglioni appena inaugurati 29 e 30. Gi espositori sono 1950 da 49 Paesi. I visitatori due anni fa erano 285 mila, ora se ne attendono 300 mila

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