Le scuole top? Il Minghetti e il Galvani
La classifica stilata dalla Fondazione Agnelli: brilla il Mattei di San Lazzaro
I licei che preparano meglio alla carriera accademica e i tecnici che danno le basi migliori per trovare lavoro: è on line da oggi la nuova edizione di Eduscopio della Fondazione Agnelli che dà a studenti e famiglie le indicazioni per le scelte future. Il Minghetti resta al top dei classici, il Galvani supera il Copernico tra gli scientifici. Prepara bene all’università il tecnico Mattei di San Lazzaro, sul primo gradino del podio anche per l’occupazione post diploma. Ecco tutti i dati.
Il classico Minghetti, lo scientifico Galvani, il liceo delle scienze umane e il linguistico Leonardo Da Vinci, il tecnico-economico Mattei e il tecnico-tecnologico Crescenzi-Pacinotti: sono queste le scuole che, secondo la nuova edizione 2018 di Eduscopio della Fondazione Agnelli (consultabile liberamente online da oggi sul sito www.eduscopio.it), preparano meglio alla carriera universitaria. Con un sorpasso importante (e a sorpresa) nella classifica dei licei scientifici: il Galvani ha «scippato» il primo posto al Copernico. Si sono invece invertiti, nei tecnici, Mattei di San Lazzaro e Salvemini di Casalecchio, rispettivamente, quest’anno, al primo e al secondo posto nella classifica.
Per la nuova edizione di Eduscopio i ricercatori della Fondazione Agnelli, Gianfranco De Simone e Martino Bernardi, hanno analizzato i dati di circa 1,3 milioni di diplomati in tre successivi anni scolastici dal 2012 al 2015 in circa 7.000 indirizzi di studio nelle scuole superiori statali e paritarie. Con una novità rispetto agli anni scorsi: per la prima volta sono presenti i risultati dei licei scientifici delle scienze applicate scorporati dagli scientifici tradizionali, così come quelli dell’indirizzo economico-sociale dei licei delle scienze umane scorporati dal corso «base». Nelle due nuove classifiche a Bologna primeggiano il Copernico nelle scienze applicate e il Da Vinci di Casalecchio nel ramo economico-sociale del liceo delle Scienze umane.
Ma la novità più importante di quest’anno, secondo la Fondazione Agnelli, è un’altra: l’introduzione nel portale di un indicatore sulla percentuale dei diplomati in regola. «Si tratta — scrivono i ricercatori — di un indicatore importante, perché ci dice per ogni scuola quanti studenti iscritti al primo anno hanno raggiunto il diploma senza bocciature. Se la percentuale è alta, la scuola è molto inclusiva e si impegna a portare avanti il maggior numero di studenti». Tra i classici bolognesi ha questa prerogativa il Galvani più del «concorrente» Minghetti con il suo 75% di diplomati regolari; tra gli scientifici il Copernico con il 78,3%; tra i tecnici economici il Tanari (53,8%).
Resta ancora importante la differenza percentuale, tra licei e istituti tecnici, degli studenti che, dopo il diploma, si iscrivono all’università. Ma come dice la stessa Fondazione Agnelli, «come tendenza generale è interessante osservare che dopo la lunga recessione, durante il quale era calato, il numero di immatricolati provenienti dagli istituti tecnici è in ripresa». Basti pensare al tecnico-economico Mattei di San Lazzaro: negli anni della rilevazione di Educopio si è immatricolato all’università (e ha superato il primo anno di corso) il 49% degli studenti (43% la media in regione per istituti dello stesso indirizzo). Dal Salvemini prosegue gli studi il 41% degli studenti e dal Rosa Luxemburg il 36%.
E chi prepara meglio al mondo del lavoro? Eduscopio, che ha analizzato quest’anno gli esiti lavorativi di più di 554mila diplomati in tutta Italia, prende in esame in questa sezione solo gli istituti tecnici e quelli professionali. E premia quelli il cui indice di occupazione (si considera chi ha lavorato per più di sei mesi in due anni dal diploma) è più alto. A Bologna sul gradino più alto del podio ci sono il tecnico-economico Mattei (68,1% di occupati), il tecnico tecnologico Majorana (84%), il professionale dei servizi Aldini Valeriani-Sirani (61%) e il professionale di industria e artigianato Beata Vergine di San Luca, scuola paritaria (77%). Tutti primi posti che confermano la posizione del 2017 e tutte percentuali di occupazione uguali o in crescita - nemmeno piccola - rispetto alla rilevazione del 2017.
Certo è che, anche per le scuole che meglio preparano per il mercato del lavoro, l’attesa per un contratto di lavoro significativo resta ancora alta, confermando la tendenza già registrata nella ricerca dello scorso anno. I diplomati del Mattei devono aspettare in media 225 giorni per avere un contratto significativo e dopo due anni il 20% può contare su un tempo indeterminato; gli altri (48%) hanno un apprendistato o un contratto a termine (32%). Ma non solo: il 46,4% non svolge un lavoro coerente con il proprio indirizzo di studi. Al tecnico- tecnologico Majorana i diplomati devono invece aspettare in media 140 giorni per avere un contratto significativo e dopo due anni il 58,2% è ancora inquadrato come apprendista, mentre il 21,4% ha conquistato un tempo indeterminato; i restanti hanno un contratto a termine. C’è però da dire che qui sale molto la percentuale della coerenza tra occupazione e studi: 66,3%. Va comunque osservato, a livello generale, dice la Fondazione Agnelli, che «il tasso di occupazione è generalmente in crescita rispetto all’anno scorso». Un buon segnale sia per le scuole, che probabilmente preparano in modo più efficace i propri studenti, sia per il mondo del lavoro che dà evidentemente qualche segnale di ripresa.
L’analisi su lavoro e studio: il tecnico di San Lazzaro vince per numero di occupati post diploma; lo scientifico Copernico perde il primato