Ironico e goliardico, la Kanaglia che vola dalla periferia alla hit
L’artista che scrive e canta oggi non parla. Non sapeva niente Drefgold (foto grande sotto) di quanto sta accadendo a Rovereto. È il Corriere a informarlo della bufera trentina, con un whatsapp all’ora di pranzo. Zero commenti però in giornata, anche perché a quanto pare nulla è stato ancora deciso.
Vola alto nelle classifiche il trapper bolognese Elia Specolizzi, 21 anni, notissimo come Drefgold, da un anno a Milano, e decisamente un po’ più in basso a ridosso delle dolomiti dove i testi delle sue canzoni sono stati considerati troppo violenti e non in linea non gli stili di vita e i valori promossi dal territorio di Rovereto. Relazione ardita quella fra i testi di una canzone e la realtà quotidiana e i valori di una comunità: una vita fa ci si scandalizzava con il rock e ancora prima anche con il pop, oggi con la trap.
A ben ascoltare e leggere però i testi di Drefgold sono fra i meno cattivi e duri del genere. «La trap ama esasperare qualsiasi cosa, quando ascolti un pezzo è come se guardassi un film d’azione o anche violento, come può essere Pulp Fiction di Tarantino, ma tutto ciò è chiaro a tutti che non corrisponde alla realtà», spiega un collega musicista che preferisce rimanere anonimo. Esasperazione e spettacolarizzazione che trasuda anche nelle clip e quindi atteggiamenti, abbigliamento, postura.
Ma anche qui Drefgold ha una sua misura che non risulta affatto eccessiva. «Magari ci sono diverse citazioni sulle sostanze stupefacenti, sulle canne, forse è questo che può aver dato fastidio, questo tipo d’immaginario. Ma dobbiamo sempre pensare che è una messa in scena».
«La canna che c’ho tra le dita/Mi fa gli occhi asiatici da vietnamita (cough, couhg, cough)/Non mettere mai Nike con Adidas (mai)/ Non fingere mai, tu non fai la mia vita (uo!)», ecco un passo poco corretto (ma Stefano Rosso cantava «che bello, due amici una chitarra e uno spinello» negli anni Settanta). Drefgold peraltro è noto invece per i suoi testi anche ironici e quasi goliardici.
Cresciuto nella prima periferia fuori porta San Vitale – alla via principale, Massarenti, ha dedicato una canzone – Drefgold raggiunge il successo in fretta, prima legandosi a una crew e un collettivo bolognese, poi uscendo con un singolo, «Boss», e un corposo Lp, fino a «Kanaglia» del 2018: fama che gli consente di tenere dei concerti in tutta Italia, da solo. Sempre che lo facciano suonare.