Tutte le preoccupazioni di Pippo Modulo, difesa e senatori in crisi
Tanti problemi e poche certezze nell’avvio di campionato rossoblù Il Bologna è a secco dal 30 settembre e dopo la sosta c’è un tour de force
Tutti i dolori del giovane Pippo. Ovvero Inzaghi, che è allenatore giovane e al quale andrebbe dato il tempo di sbagliare, ma che ora deve fare i conti con una classifica che a quasi un terzo del campionato è davvero precaria. E mentre il valzer delle panchine di serie A prosegue a ritmi da bossa nova (Di Carlo ha preso il posto di Ventura al Chievo, Nicola quello di Velazquez a Udine), il giovane Inzaghi deve invertire la rotta e curare un Bologna malato che non vince dal 30 settembre provando a risolvere una serie di problemi tutt’altro che banale.
Modulo
La prima questione, la più evidente, riguarda l’assetto tattico: il 3-5-2 sta fallendo. Superpippo lo propone con pervicacia, ma con quell’assetto il Bologna è piatto, basso, poco propositivo. E spesso, nonostante finisca per essere un 53-2, i gol subiti arrivano ugualmente. Di contro, il 43-3 punge maggiormente, soprattutto per la presenza di Orsolini: in queste due settimane occorre trovargli un posto da titolare (nel 3-5-2 forse potrebbe essere la spalla di Santander) e se per farlo bisognerà ricorrere con più costanza al 4-3-3, smentendo un mercato condotto quasi interamente sull’altro assetto, pazienza.
Difesa che fa acqua
Una delle armi principali di Inzaghi a Venezia era la compattezza difensiva: segnare alla sua squadra era difficile. A Bologna per ora non è così: due gol al passivo in ognuna delle ultime cinque gare, anche contro il derelitto Chievo, 13 reti incassate nelle ultime 7 partite. Un andazzo pericolosissimo, visto che i rossoblù non hanno mai segnato più di due reti in una partita. Servivano rinforzi in estate e si è tamponata l’emergenza ad agosto solo con il datato Danilo (fuori rosa a Udine), con il risultato che Inzaghi continua a ruotare interpreti senza mai trovare una quadratura: l’unica piccola nota lieta del reparto al di là dei due rigori provocati è Calabresi – rimasto quasi per caso – mentre ogni volta che un difensore prova ad impostare il gioco, evenienza frequente con il 3-5-2, la palla finisce sempre agli avversari a conferma delle carenze quali- tative.
Senatori in crisi
Che ne è stato del “Bologna dei capitani” di cui si era tanto parlato in estate? Ce n’era più di uno oltre al capitano nongiocatore per definizione, ovvero Da Costa: Dzemaili, Palacio, Poli e Destro. L’ultimo è desaparecido, Palacio dopo un mese e mezzo ai box ha segnato un gol prezioso ma per necessità si continua a spolparlo per 90 minuti a ogni partita, mentre Poli e Dzemaili in questo momento si giocano una maglia tra loro. Certo, Svanberg ha dimostrato di essere già pronto, ma le prove delle due mezze ali titolari (almeno sulla carta) rappresentano un problema per un Bologna già molto avaro di leadership.
Poche certezze
Santander, Skorupski e poco altro. Arrivati alla metà di novembre, il Bologna non solo non ha una formazione-tipo ma ha anche pochissime certezze tecniche su cui contare: il portiere polacco, che fin qui ha fatto il suo, e soprattutto il Ropero che con 4 gol e 2 assist ha messo la firma su 9 dei 10 punti conquistati. Senza dubbio è andato bene anche Mattiello fino all’infortunio, ma per il resto Inzaghi ha ruotato praticamente tutti trovando prestazioni alterne, con rari picchi positivi e frequenti giornate no. Un casting che proseguirà nell’ottica di un mercato di gennaio in cui la squadra dovrà essere obbligatoriamente rinforzata per non acuire i dolori del giovane Pippo.
3-5-2 o 4-3-3 Il tecnico dovrà scegliere su quale modulo optare per tornare a vincere