Corriere di Bologna

Tutte le preoccupaz­ioni di Pippo Modulo, difesa e senatori in crisi

Tanti problemi e poche certezze nell’avvio di campionato rossoblù Il Bologna è a secco dal 30 settembre e dopo la sosta c’è un tour de force

- Alessandro Mossini

Tutti i dolori del giovane Pippo. Ovvero Inzaghi, che è allenatore giovane e al quale andrebbe dato il tempo di sbagliare, ma che ora deve fare i conti con una classifica che a quasi un terzo del campionato è davvero precaria. E mentre il valzer delle panchine di serie A prosegue a ritmi da bossa nova (Di Carlo ha preso il posto di Ventura al Chievo, Nicola quello di Velazquez a Udine), il giovane Inzaghi deve invertire la rotta e curare un Bologna malato che non vince dal 30 settembre provando a risolvere una serie di problemi tutt’altro che banale.

Modulo

La prima questione, la più evidente, riguarda l’assetto tattico: il 3-5-2 sta fallendo. Superpippo lo propone con pervicacia, ma con quell’assetto il Bologna è piatto, basso, poco propositiv­o. E spesso, nonostante finisca per essere un 53-2, i gol subiti arrivano ugualmente. Di contro, il 43-3 punge maggiormen­te, soprattutt­o per la presenza di Orsolini: in queste due settimane occorre trovargli un posto da titolare (nel 3-5-2 forse potrebbe essere la spalla di Santander) e se per farlo bisognerà ricorrere con più costanza al 4-3-3, smentendo un mercato condotto quasi interament­e sull’altro assetto, pazienza.

Difesa che fa acqua

Una delle armi principali di Inzaghi a Venezia era la compattezz­a difensiva: segnare alla sua squadra era difficile. A Bologna per ora non è così: due gol al passivo in ognuna delle ultime cinque gare, anche contro il derelitto Chievo, 13 reti incassate nelle ultime 7 partite. Un andazzo pericolosi­ssimo, visto che i rossoblù non hanno mai segnato più di due reti in una partita. Servivano rinforzi in estate e si è tamponata l’emergenza ad agosto solo con il datato Danilo (fuori rosa a Udine), con il risultato che Inzaghi continua a ruotare interpreti senza mai trovare una quadratura: l’unica piccola nota lieta del reparto al di là dei due rigori provocati è Calabresi – rimasto quasi per caso – mentre ogni volta che un difensore prova ad impostare il gioco, evenienza frequente con il 3-5-2, la palla finisce sempre agli avversari a conferma delle carenze quali- tative.

Senatori in crisi

Che ne è stato del “Bologna dei capitani” di cui si era tanto parlato in estate? Ce n’era più di uno oltre al capitano nongiocato­re per definizion­e, ovvero Da Costa: Dzemaili, Palacio, Poli e Destro. L’ultimo è desapareci­do, Palacio dopo un mese e mezzo ai box ha segnato un gol prezioso ma per necessità si continua a spolparlo per 90 minuti a ogni partita, mentre Poli e Dzemaili in questo momento si giocano una maglia tra loro. Certo, Svanberg ha dimostrato di essere già pronto, ma le prove delle due mezze ali titolari (almeno sulla carta) rappresent­ano un problema per un Bologna già molto avaro di leadership.

Poche certezze

Santander, Skorupski e poco altro. Arrivati alla metà di novembre, il Bologna non solo non ha una formazione-tipo ma ha anche pochissime certezze tecniche su cui contare: il portiere polacco, che fin qui ha fatto il suo, e soprattutt­o il Ropero che con 4 gol e 2 assist ha messo la firma su 9 dei 10 punti conquistat­i. Senza dubbio è andato bene anche Mattiello fino all’infortunio, ma per il resto Inzaghi ha ruotato praticamen­te tutti trovando prestazion­i alterne, con rari picchi positivi e frequenti giornate no. Un casting che proseguirà nell’ottica di un mercato di gennaio in cui la squadra dovrà essere obbligator­iamente rinforzata per non acuire i dolori del giovane Pippo.

3-5-2 o 4-3-3 Il tecnico dovrà scegliere su quale modulo optare per tornare a vincere

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Sguardo al futuro Filippo Inzaghi sfrutterà la sosta per provare a curare il Bologna

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