Fico compie un anno E punta sul luna park modello Coney Island
Il parco agroalimentare compie un anno: 2, 8 milioni di visitatori, 200.000 stranieri
La prima candelina è stata spenta ieri. E Fico fa il bilancio di un anno: 2,8 milioni di visitatori, solo 200.000 stranieri, dato che nel parco agroalimentare puntano a far crescere. Intanto però sono previste delle novità: nel 2019 il gestire (italiano) del parco divertimenti di Coney Island a New York costruirà un luna park a tema alimentare dentro Fico. L’accordo con i cinesi di River Side? «Ancora tutto da definire», dice l’ad di Fico, Primori.
Un occhio (già strizzato) alla Cina, che potrebbe avere presto un parco agroalimentare in stile orientale. E un altro che guarda ai grandi parchi divertimenti americani. Fico compie un anno e pensa a cosa fare da grande.
Intanto le novità. Si avvera la «profezia» della Disneyworld del cibo, come qualcuno definì il parco agroalimentare nato dall’idea di Andrea Segrè e del patron di Eataly Oscar Farinetti. Perché nel 2019 il gruppo (italiano) Zamperla, lo stesso che ha ristrutturato e gestisce il parco divertimenti di Coney Island a New York, costruirà un vero luna park (a tema alimentare) dentro Fico: 6.500 metri quadrati, 12 attrazioni, 11 milioni di euro investiti e 60 persone impiegate. «I visitatori ci hanno chiesto più divertimento, oltre che cose meno commerciali e più di sostanza», spiega l’ad di Fico Tiziana Primori. Eppure è proprio nel settore didattico-scientifico che ancora Fico vacilla, a detta dello stesso Segrè: «La nostra sfida — dice il docente di Agraria e presidente della Fondazione Fico — è sulla parte didattica: sono 40.000 le persone che hanno usufruito della nostra attività scientifica, ma il gap rispetto al totale dei visitatori è troppo alto». Primori però difende anche quest’anima di Fico: «Sono state 300.000 le persone che hanno dedicato un’ora a riflettere sul cibo, partecipando ai corsi che si tengono quotidianamente nel parco. Non sono pochi, certo è che non saremo soddisfatti se il numero resterà invariato l’anno prossimo».
Ma c’è anche da lavorare ancora molto sul numero dei visitatori stranieri. Dei 2,8 milioni di persone entrate a Fico nel primo anno, solo il 10% veniva dall’estero: 200.000 persone. «Ma il trend — spiegano da Fico — è in crescita: siamo passati da un 7% iniziale al 20% di stranieri negli ultimi mesi». Il 30% delle presenze arriva da Bologna, il 70% dal resto d’Italia. «E una fetta importante — continua Primori — ha pernottato a Bologna: circa 170.000 persone, ovvero l’8% del totale dei turisti dell’area metropolitana, si sono fermate in città solo per Fico». Il parco ha generato un fatturato complessivo di 50 milioni, producendo, secondo le stime di Nomisma, un indotto di 23 milioni di euro.
Fico però punta in alto. Anzi, punta a Oriente. Sull’accordo con i cinesi di River Side c’è ancora riserbo: «Non c’è niente di definito — dice Primori — ma c’è molto interesse nel nostro progetto». Tutto dipenderà da dove sorgerà la Fico orientale e da quali investitori saranno coinvolti. «Ho la certezza che la Cina possa portare Fico a espandere la propria attività portando qui un assaggio dell’Italia», ha detto l’ambasciatore italiano in Cina, Ettore Francesco Sequi, in collegamento da Pechino. Nel 2019 inizieranno poi i lavori dell’hotel di Fico, che sarà pronto nel 2020: un quattro stelle superior del gruppo Starhotels, che è entrato recentemente nel fondo Pai, gestito da Prelios Sgr.