LA DIFESA DEL 38ENNE: «IO NON C’ENTRO NIENTE»
«Non c’entro, in casa c’era un clima disteso. Sono sconvolto ma non l’ucciso». Il figlio 38enne dell’uomo si è difeso così dopo aver saputo dell’accusa pesantissima nei suoi confronti. Parla di quella laurea mai esistita, delle bugie raccontate ai genitori sul suo futuro un medicina, anche se non era nemmeno iscritto all’università: «Ma pian piano l’ho detto a mio padre e lui ha capito».
«Non ho mai detto a mia madre che in realtà non sarei mai diventato un medico, che non ero iscritto a Medicina, non volevo causarle sofferenza». Così il 38enne, ora indagato a piede libero per l’omicidio premeditato del padre, ha spiegato agli inquirenti il perché di quella mancata laurea che getta una terribile ombra di sospetto proprio su di lui. L’uomo è figlio unico, disoccupato, fa attività di volontariato sulle ambulanze e ha un appartamento di proprietà a Bologna che saltuariamente affitta su Airbnb. Ma seconda la cugina il ricovero del padre 70enne ad ottobre sarebbe coinciso con il giorno in cui il 38enne avrebbe dovuto laurearsi, tanto che quando l’anziano, che aveva un buono rapporto con la nipote, le aveva confidato che il figlio era ormai fuori corso da troppi anni, lei stessa gli aveva detto: «Adesso che si trovi un lavoro». Diversa la versione dell’indagato fornita agli inquirenti: «Non è vero che avevo nascosto la verità a mio padre, dopo la morte della mamma avevo iniziato a raccontarglielo pian piano che in realtà non ero iscritto a Medicina e lui non si era arrabbiato, “sei sempre mio figlio” mi aveva detto, io gli ho anche chiesto scusa». Sarebbe stato lo stesso indagato a raccontare agli inquirenti che il padre aveva ereditato una grossa somma da una zia, una cifra vicina ai 2 milioni di euro, che però adesso potrebbe essere considerata un movente per il presunto omicidio. «Non l’ho ucciso io, non c’entro niente, in casa il clima era disteso» si è difeso lui. Il suo legale, l’avvocato Alessandro Veronesi, osserva: «Il mio cliente è sconvolto, è già molto provato dalla morte del padre, adesso anche per quest’accusa così pesante, ma spera che si possa chiarire tutto subito. Lasciamo che l’autorità giudiziaria faccia tutto ciò che deve, restiamo a disposizione degli inquirenti, lui non ha nulla da nascondere. È stato lui stesso a raccontare tutto e a non nascondere niente. È una persona che fa una vita normalissima, non è un amante della bella vita che potrebbe avere mire sul denaro del padre». La moglie del 70enne, invece, è morta un anno fa, sembra dopo una lunga malattia e il figlio ha raccontato ai carabinieri che molte delle scatole di medicinali trovate in casa durante le perquisizioni appartenevano proprio alla madre. Un rompicapo che si risolverà solo con i risultati delle analisi diposte dalla Procura.