Tutti i numeri della crisi rossoblù
L’ANALISI SUL CAMPIONATO I cinque punti fondamentali della situazione rossoblù dopo dodici giornate di campionato. Serve intervenire su baricentro e modulo
Dodici giornate corrispondono praticamente ad un terzo del percorso e questo può essere il momento per tracciare un primo bilancio del tipo di calcio proposto dal Bologna di Filippo Inzaghi. Ecco i cinque punti fondamentali che emergono dalle analisi dei dati statistici.
Baricentro alto
La nuova impostazione tattica prevede che il Bologna tenga un baricentro tendenzialmente alto che nel 60% dei casi si colloca oltre la linea di metà campo sia nel primo che nel secondo tempo. Si tratta di una scelta precisa confermata dall’avanzamento ulteriore del baricentro nella ripresa avvenuto in 7 occasioni su 12. Eppure il tasso tecnico non elevatissimo della rosa consiglierebbe di chiudersi e scatenare il contropiede piuttosto che cercare un recupero palla alto rischioso.
Squadra allungata nella ripresa
Il Bologna è inoltre una formazione che fatica a restare compatta, tenendo i reparti entro un massimo di 25 metri di campo, range utile per definire «corta» una squadra. Si delinea inoltre una pericolosa tendenza ad allungare i reparti nella ripresa: in media i rossoblù aumentano la distanza tra difesa ed attacco di oltre tre metri nella seconda parte di gara. Se il dato peggiore risale all’esordio di campionato contro la Spal (+9,63 m), quello relativo alla penultima sfida con l’Atalanta non è poi troppo dissimile (+8,25 m): in due mesi e mezzo non è cambiato nulla.
Il 4-3-3 è l’ancora di salvezza?
Parlando sempre di lunghezza della squadra, non si può evitare una riflessione di natura tattica visto che il Bologna del 3-5-2 è ancora in fase di apprendistato: la riprova scoprendo che la gara migliore sul piano della compattezza dei reparti è stata quella giocata al Mapei Stadium con il Sassuolo: 20,34 metri di lunghezza media nel primo tempo e 20,92 metri nella ripresa. Ovvero proprio nell’occasione in cui si è tornati all’antico riproponendo il 4-3-3 visto spesso nei tre anni di gestione Donadoni.
Possesso agli avversari
Il Bologna è penultimo per possesso palla con una media del 42,75% e su dodici giornate in appena quattro occasioni ha chiuso la gara tenendo palla più degli avversari: è accaduto contro Genoa, Udinese, Cagliari e Chievo con un picco massimo del 52% a Marassi. Il dato peggiore? Ovviamente il 25% della notte all’Allianz Stadium di Torino. Combinare un possesso palla a dir poco raro con un baricentro alto sembra davvero la ricetta perfetta per il disastro.
Correre per compensare imprecisione
C’è però un ultimo dato che può spingere a riflessioni in sede di mercato per cercare di elevare il tasso tecnico: il Bologna è penultimo per precisione nei passaggi con il 74% di media. Per avere un termine di paragone, si pensi che superano l’80% squadre teoricamente comparabili come Chievo, Empoli e Spal. Come sopperire alle carenze? Correndo più degli altri. Non a caso i rossoblù sono secondi alle spalle del Cagliari con 111,8 km di media a gara. Magra consolazione se non vero campanello d’allarme.