Quei 16 mila che votano per migliorare la nostra città
Chiusa la gara del Bilancio partecipativo, Merola ringrazia: duemila voti in più del 2017. L’identikit del cittadino attivo
La seconda edizione del Bilancio partecipativo si è chiusa con 16.348 voti, spalmati sui 33 progetti che si sono affrontati in una competizione finalizzata a mappare le criticità cittadine, riaccendere la passione civica ma soprattutto migliorare il profilo di Bologna. Primo, per numero di preferenze si è piazzato «Il love San Ruffillo», al quartiere Savena.
La sfida del Bilancio partecipativo si è conclusa con 16.348 voti, quasi duemila in più rispetto alla prima edizione del 2017.
Ma la partita non è finita. Si giocherà nella realizzazione dei progetti vincenti e di quelli che verranno premiati a prescindere, con interventi ad hoc. E dovrà continuare a vivere nella valorizzazione delle energie innescate dalla competizione stessa, custodendo gelosamente le esperienze di partecipazione e collaborazione che ha attivato.
Il sindaco Virginio Merola ieri ha ringraziato tutti, sottolineando la bontà del progetto a partire dalla sua stessa de- finizione: «Una bella gara di partecipazione civica portata avanti dai cittadini».
A incassare più voti in assoluto è stato il progetto «I love San Ruffillo», del Savena, con 1.222 preferenze. Nel quartiere Borgo Panigale–Reno ha strappato in volata la vittoria la proposta «Nuovo parco delle querce», che con 1.192 voti, si piazza anche secondo assoluto in questa edizione. «La collina di città» con 1.065 voti ha vinto al Porto-Saragozza, «Quadrilatero verde» con 939 voti in Santo Stefano, «Il giardino del villaggio» con 907 al Navile e «Dare luce all’ombra» con 876 al quartiere San Donato–San Vitale.
Esaurita la gara, si ragiona sull’elettorato, che coinvolgeva tutti i cittadini a partire dai 16 anni che vivono la città, non per forza residenti, e anche stranieri e apolidi, ma che sotto le Due torri o vivono o studiano, lavorano, fanno volontariato.
Come nel 2017, hanno votato più donne che uomini: 9.132 a 7.216. Di questi l’8,6% sono giovani fino a 24 anni. Al netto dei giovani, la ripartizione del voto tra le altre età è risultata abbastanza equilibrata: il 17% ha tra i 25 e i 34 anni, il 23% tra i 35 e i 44, il 20% tra 45 e 54, il 14,6% tra 55 e 64 anni e il 16,8% ha più di 65 anni. Dai primi dati emersi — chiuse le urne digitali — risulta che la maggior parte delle persone, poco più del 50%, ha votato i progetti del quartiere in cui abita, il resto ha scelto i progetti del quartiere dove lavora, studia o fa volontariato (erano le uniche tre opzioni possibili, magari su una dicitura più chiara e alternative altrettanto valide, si po- trebbe lavorare).
A Palazzo d’Accursio si dicono soddisfatti dei risultati. «Non era scontato superare il numero dei votanti dello scorso anno — ha dichiarato l’assessore all’Immaginazione civica Matteo Lepore — In un periodo in cui si dibatte moltissimo di lontananza tra cittadini e politica, tutti coloro che hanno votato e quelli che hanno messo in moto e alimentato questa macchina di partecipazione sono un patrimonio importantissimo, questo ci dà ancora più forza in vista del lavoro che abbiamo davanti, a partire dai progetti del 2017, prima edizione del Bilancio partecipativo, che saranno realizzati entro il prossimo anno». Anche l’investimento economico — ha assicurato Lepore due giorni fa — crescerà, superando l’attuale milione messo a disposizione per l’edizione appena conclusa. «Non lasceremo soli nemmeno i progetti e i cittadini che non hanno vinto — promette anche — Sono emersi bisogni importanti ai quali bisogna dare risposte e noi ci saremo. Introdurre questo grande cambiamento nella pubblica amministrazione non è impresa da poco: è l’obiettivo che ci siamo dati con la politica della collaborazione e dell’immaginazione civica». In fondo, nell’etimo «democrazia», sono custodite i principi del Bilancio partecipativo.