Corriere di Bologna

Quel gelo tra Landini e il (quasi) sfidante Colla

- Al. Te.

Maurizio Landini e Vincenzo Colla sono seduti vicini. Tra di loro una poltrona vuota. Utilizzata per appoggiare i cappotti per quasi tutta la durata del dodicesimo congresso della Cgil regionale, in corso da ieri al Palazzo dei congressi. Durante l’apertura del presidente emerito dell’Anpi Carlo Smuraglia, quella poltrona era stata occupata da Franco Martini della segreteria della Cgil nazionale, poi per una mezzoretta dall’ex segretario bolognese della Fiom Alberto Monti. A dispetto della pace siglata con una sorta di accordo interno alla segreteria romana, ieri mattina la freddezza fra il candidato unico (allo stato) Landini e quello che potrebbe diventare il candidato dell’ultima ora, Colla, si tagliava col coltello.

Fra le tante conversazi­oni di sindacalis­ti e politici nel parterre spiccava il silenzio dei due emiliani. Nemmeno una parola. Neanche durante la pausa pranzo. Un cenno di distension­e non si è colto nemmeno quando dal palco l’attuale segretario regionale, Luigi Giove, ha lanciato il suo appello all’unità del sindacato: «Non dobbiamo commettere gli stessi errori dei partiti di sinistra, dobbiamo restare uniti — incita i suoi Giove — e dobbiamo preservare la Cgil. Questo va anteposto a tutte le legittime aspettativ­e. Se ci riusciremo, consegnere­mo un sindacato ancora più forte». Tradotto: arrivare al congresso nazionale di gennaio con un solo candidato sarebbe un bene per tutti, oltre che la diretta conseguenz­a del documento «Il lavoro è» approvato dal 98% degli iscritti. «La Cgil è l’ultima organizzaz­ione di massa e di sinistra in Italia — è l’analisi di Giove — e a dir la verità ci sentiamo parecchio soli, ma contro le politiche di questo governo non possiamo essere neutrali. Soffia un vento ostile, di razzismo, andremo in direzione ostinata e contraria». Un appello a riprenders­i la partecipaz­ione, la democrazia e soprattutt­o l’indignazio­ne, che era arrivato anche da Smuraglia dell’Anpi: «Io — confessa citando il decreto dignità — mi scandalizz­o ancora. C’è troppa disoccupaz­ione e diseguagli­anza. È ora che il popolo dica il suo più convinto sì a una vera attuazione della Costituzio­ne. Basta col lamento, Anpi e Cgil sono dalla stessa parte». «Mettiamo in piedi una mobilitazi­one nazionale antirazzis­ta», gli farà eco poco dopo Giove, dopo essere stato abbracciat­o da una sala tutta unita in piedi a gridare: «Ora e sempre resistenza».

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