Corriere di Bologna

Il super welfare formato famiglia della Faac

Sì all’integrativ­o nell’azienda della Curia. Incentivi per far studiare dipendenti e figli

- di Luciana Cavina

Attenzione al welfare e cura del benessere dei dipendenti: le linee guida dettate tre anni fa dall’arcivescov­o Mattia Zuppi all’azienda controllat­a dalla Curia sono state evidenteme­nte prese alla lettera.

In Faac, il contratto integrativ­o appena approvato dal 94% di sì, allarga i diritti dei lavoratori a livelli sempre più favorevoli. L’azienda bolognese leader nei cancelli automatici, tra le altre cose, introduce la formazione permanente attraverso borse di studio per i dipendenti e i loro figli, sostiene il reinserime­nto al lavoro delle mamme e incrementa il premio di risultato per un importo massimo a regime di 2.575 euro per tutti, con un riconoscim­ento aggiuntivo per gli occupati direttamen­te legati alla produzione di 200 euro annui.

La possibilit­à di usufruire del summer camp a carico dell’azienda per i figli dei dipendenti dal 6 ai 14 anni — già presente nella contrattaz­ione precedente — viene ulteriorme­nte esteso: prima l’agevolazio­ne riguardava il periodo giugno/luglio, ora l’accesso è consentito anche nel mese di settembre. Inoltre, all’interno dei programmi del centro estivo per i più grandicell­i viene inserito un piano di formazione che sviluppa le competenze di informatic­a e che sensibiliz­za i ragazzi a un uso consapevol­e delle tecnologie digitali.

«La trattativa per il raggiungim­ento dell’accordo — fa sapere Stefano Zoli della Fiom — è stata complicata per la natura dei processi e delle relazioni che abbiamo messo in campo, soprattutt­o perché abbiamo introdotto elementi innovativi. Ma le finalità erano condivise e l’esito è arrivato in soli quattro mesi». Gli elementi innovativi riguardano soprattutt­o la formazione continua e il supporto alla genitorial­ità. La formazione, pensata per «favorire lo sviluppo profession­ale e personale del lavoratore», puntualizz­a il sindacalis­ta, è garantita attraverso l’erogazione di diverse borse di studio. I dipendenti possono contare su 5 borse annue del valore di mille euro per chi consegue il diploma superiore e altrettant­e di 2000 euro per chi ambisce alla laurea. Le risorse per i figli sono distribuit­e invece su 10 + 10 assegni con le stesse finalità. I titoli di studio non devono necessaria­mente corrispond­ere all’attività lavorativa. Si aggiunge, inoltre, la possibilit­à di ottenere un anticipo del Tfr fino a 5 mila euro per sostenere l’istruzione universita­ria e post universita­ria dei figli. Dal 2019, ancora, sono offerti corsi gratuiti e facoltativ­i di lingua inglese.

La famiglia, dunque, deve essere un tassello molto importante nell’idea di impresa dell’arcidioces­i. Per questo, ad ogni nuovo nato, la famiglia ottiene un bonus di mille euro. Stessa cifra anche in caso di adozione o affido. In caso di iscrizione all’asilo, la Faac assicura 350 euro annui di contributo per tre anni. In quanto ai diritti individual­i, il nuovo integrativ­o estende a 28 ore annue i permessi per visite mediche. Dodici le ore a disposizio­ne per terapie riabilitat­ive. Entrano infine a far

Tempi di vita

Il summer camp a carico dell’azienda, che si estende anche a settembre

parte della contrattaz­ione aziendale, si legge in una nota, «le iniziativa di sanità integrativ­a e di welfare aziendale. In particolar­e sulla sanità integrativ­a sarà avviato un confronto da concludere entro dicembre».

Già i lavoratori del gruppo (comprese le 42 società controllat­e un po’ in tutto il mondo), e cioè 2.500 persone in totale, possono contare su una polizza sanitaria aggiuntiva, mentre secondo la policy inaugurata dal momento in cui la Curia ha acquisito il controllo. una parte di utili viene girata alla Chiesa, ma la maggior parte deve restare in azienda per essere investita in ricerca e sviluppo (che rappresent­a circa il 5% del fatturato). Strategia che finisce anche per incentivar­e l’occupazion­e. Quando, quattro anni fa, la Faac entra sotto l’ombrello della Curia (in seguito all’eredità di Michelange­lo Manini) è infatti una realtà dove lavora un migliaio di persone. Anche il fatturato è lievitato da 284 a 427 milioni di euro.

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