Prescrizione, gli avvocati: «La riforma è eversiva»
L’incontro Contrari anche i magistrati
L’emendamento alla legge spazzacorrotti che prevede il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio «è eversivo delle fondamenta del nostro ordinamento» e «non servirà a sveltire i tempi dei processi, anzi condannerà l’imputato ad un ergastolo processuale, allungando ulteriormente i tempi». Non usa mezzi termini il presidente dell’Ordine degli avvocati Giovanni Berti Arnoaldi Veli, per bocciare, in un convegno in Tribunale, la misura caldeggiata dal Movimento 5 stelle, che ha creato divisioni all’interno della stessa maggioranza. Sul punto concordano, sia pure con sfumature diverse, anche altri relatori provenienti dall’avvocatura e dalla magistratura. Ad esempio, il vicepresidente nazionale dell’Unione camere penali, Nicola Mazzacuva, dice che «l’emendamento, inserito in modo poco ortodosso, come procedure parlamentari, e motivato anche dal ruolo degli avvocati, definiti azzeccagarbugli, che protrarrebbero all’infinito i processi con eccezioni dilatorie, cancella un istituto tradizionale come la prescrizione, che peraltro si verifica soprattutto nei casi di reati bagatellari». Anche il presidente del Tribunale Francesco Caruso si mostra perplesso motivando il suo scetticismo con un’obiezione tecnica: «Al netto di contrapposizioni ideologiche che in questi casi bisogna evitare, è tecnicamente da respingere l’idea di mettere insieme i temi della prescrizione e della ragionevole durata del processo». Da parte sua, invece, il procuratore Giuseppe Amato afferma che «intervenire solo sulla prescrizione non rimuove i problemi del processo, e sospenderla al termine del primo grado, oltre ad essere una soluzione non corretta giuridicamente, finisce per penalizzare magistrati e avvocati che cercano di sveltire tempi dei processo, e per creare un alibi a chi lavora per rallentarli senza motivo». L’ultimo affondo arriva dalla senatrice del Pd Stefania Valente, segretario della 2/a Commissione giustizia: «L’emendamento sulla prescrizione vuole rincorrere un sentimento di indignazione popolare». È mancata la voce del governo: il sottosegretario alla Giustizia, il leghista Jacopo Morrone, ha dato forfait per impegni istituzionali.